Che cos’è la TAC cerebrale?
La TAC (Tomografia Computerizzata) cerebrale consente di ottenere delle immagini accurate dei diversi piani spaziali del cranio e dell’encefalo del paziente, che saranno poi analizzate dallo specialista.
A cosa serve la TAC cerebrale?
Consente di compiere diverse indagini per lo studio e la valutazione di:
- Traumi (per valutare la presenza di lesioni che possano richiedere uno specifico intervento terapeutico)
- Controllo nel tempo di pazienti con patologie neurologiche non stabilizzate (quindi ictus in fase acuta o subacuta o traumi recenti).
- Controllo in pazienti con idrocefalo
- Malattie infiammatorie
- Demenze (per escludere, in assenza di altri sospetti diagnostici, altre patologie che possano causare un quadro di demenza)
- Neoplasie primitive o secondarie
- Ictus o altre lesioni di genesi vascolare
Come funziona la TAC cerebrale?
Viene chiesto al paziente di sdraiarsi su un lettino che inizierà poi a muoversi orizzontalmente all’interno di un tubo aperto. Per ottenere immagini di qualità, è necessario che resti immobile per tutta la durata dell’esame (in media circa 5 minuti).
Sono previste norme di preparazione?
L’esame può prevedere la somministrazione di un mezzo di contrasto iodato per via endovenosa. In questo caso il paziente deve rimanere a digiuno di cibi solidi nelle 6 ore precedenti.
Inoltre, il paziente è tenuto a svolgere preventivamente degli esami del sangue per verificare la funzionalità renale; non è necessario sospendere eventuali farmaci in corso di assunzione.
Altre specifiche indicazioni saranno illustrate al momento della prenotazione dell’esame.
Chi può effettuare la TAC cerebrale?
La TAC cerebrale è controindicata alle donne in dolce attesa e ai pazienti che hanno già sperimentato reazioni allergiche al mezzo di contrasto o insufficienza renale grave.
La TAC cerebrale è dolorosa o pericolosa?
No, l’esame è indolore. Gli unici fastidi possono riguardare l’iniezione del mezzo
di contrasto e il rumore emesso dal macchinario, che in ogni caso è aperto e
non dovrebbe risultare costrittivo ai pazienti claustrofobici.