Le malattie autoimmuni, quando il sistema immunitario “attacca” il nostro organismo

Le malattie autoimmuni si presentano quando il nostro sistema immunitario non funziona a dovere e invece di proteggere il nostro organismo da attacchi esterni di virus, batteri o patogeni in genere si rivolge “verso l’interno” provocando la loro insorgenza.

Queste patologie possono essere di due tipi: quelle organo-specifiche come per esempio la tiroidite di Hashimoto, il diabete di tipo 1 e la celiachia, e quelle sistemiche, che sono seguite dagli specialisti in reumatologia e coinvolgono tutto l’organismo e tra cui le più diffuse sono le artriti, in particolare l’artrite reumatoide, e le connettiviti.

«L’artrite reumatoide – spiega la dottoressa Valentina Varisco, reumatologa di Humanitas Gavazzeni e Humanitas Medical Care di Bergamo – colpisce in prevalenza le articolazioni e solo più raramente altri organi come, ad esempio gli occhi o i polmoni. Le connettiviti, invece possono colpire l’apparato muscolo-scheletrico oppure altri organi come i reni, le ghiandole salivari, i polmoni, gli occhi o il sistema nervoso centrale. Tra queste possiamo ricordare il lupus eritematoso sistemico, la sclerodermia e la sindrome di Sjögren».

Qual è la causa delle malattie autoimmuni?

«Le cause non sono ancora del tutto note. A volte queste malattie possono essere conseguenza di malattie di tipo infettivo, dell’uso di certi farmaci o da altri eventi, spesso in soggetti con predisposizione su base genetica, familiare. Ma anche in questo caso i meccanismi di sviluppo non sono del tutto chiariti e possono essere molto differenti tra una malattia e l’altra».

Queste malattie colpiscono uomo e donna nello stesso modo? Dal punto di vista dell’età ci sono differenze di incidenza?

«Tendenzialmente colpiscono in modo più frequente le donne. L’età media di insorgenza è quella giovane-adulta, compresa in linea di massima tra i 30 e i 50 anni. Ma queste malattie possono colpire anche persone in tarda età, che magari in precedenza non hanno mai sofferto di malattie autoimmuni. Sono patologie che talvolta possono esordire anche in età pediatrica per cui possiamo dire che potenzialmente possono colpire in tutte le fasce d’età».

Quali sintomi ci devono mettere sul “chi va là” in relazione a queste malattie?

«I sintomi variano a seconda della malattia e dell’organo interessato. Tra quelli più importanti e frequenti ci sono il gonfiore e il dolore a carico di una o più articolazioni, quando si è in presenza di artrite. Se presente il fenomeno di Raynaud si verifica un cambiamento di colore con pallore o cianosi prevalentemente a carico delle mani e delle estremità in particolare dopo esposizione al freddo oppure, nel caso in cui l’infiammazione riguardi un polmone, tosse o dispnea. Infine si possono manifestare sintomi definiti “sistemici” come malessere generale, stanchezza, febbre o perdita di peso, tutti quanti in genere correlati con la presenza di una infiammazione, appunto, sistemica».

Nel caso di sospetto, quali sono gli esami che consentono di verificare se vi sia o meno una malattia immune?

«Alla comparsa dei primi sintomi di allarme il medico di base deve inviare il paziente da un reumatologo. È importante farlo il prima possibile, perché una diagnosi precoce aiuta a curare meglio la malattia che si sta sviluppando. Il reumatologo per prima cosa si occupa di valutare i sintomi e gli esami ematochimici di base con particolare attenzione agli indici di infiammazione.  A seguire può disporre indagini strumentali – come capillaroscopia, TAC, risonanza magnetica articolare, ecografia articolare – a seconda della natura del sintomo e dell’organo che ne è principalmente interessato».

Si può guarire da una malattia autoimmune?

«No, si tratta di malattie croniche, da cui non si può guarire. Possono però essere trattate, tenute sotto controllo attraverso l’assunzione di farmaci specifici che possono variare per tipologia e quantità a seconda dello sviluppo della malattia e della risposta del paziente. Si tratta principalmente di farmaci immunosoppressori che vanno ad agire sul sistema immunitario in modo da ridurre la sua risposta che è alla base dell’infiammazione».

Reumatologia
Dott.ssa Valentina Varisco

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