La balbuzie è un disordine della fluenza verbale che generalmente si presenta nella prima infanzia, quando il bambino inizia a parlare. È un problema di comunicazione che se persiste può compromettere anche la socialità del paziente e il suo benessere personale. Talvolta può risolversi spontaneamente ma, in caso contrario, è necessario intraprendere una strada terapeutica perché questo disturbo può diventare più complesso quando si raggiunge l’età adulta.
Ne abbiamo parlato con la dottoressa Roberta Lo Piccolo, logopedista presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Lainate.
Balbuzie nei bambini, quando preoccuparsi?
Gli studi sull’argomento ci dicono che un significativo numero di bambini ha una remissione spontanea, anche senza interventi riabilitativi, entro 36 mesi dalla comparsa dei primi sintomi. Prima del settimo mese dopo l’insorgenza non è possibile predire con certezza chi avrà una remissione spontanea e chi invece no. Tuttavia alcuni fattori prognostici aiutano noi logopedisti a capire quali potrebbero essere i bambini più a rischio per una cronicizzazione del disturbo.
Uno dei fattori più importanti è quello della familiarità per disturbi di fluenza verbale in quanto la ricerca dimostra che se è presente una balbuzie persistente nella famiglia, le possibilità che il bambino continui a balbettare sono circa del 65%.
Altri elementi su cui porre attenzione durante la raccolta anamnestica sono l’età d’insorgenza, il genere del bambino e l’evoluzione della sintomatologia.
Solitamente, infatti, i bambini che hanno iniziato a manifestare i primi sintomi oltre i 4 anni hanno maggiori probabilità di sviluppare una balbuzie persistente; con loro anche i bambini di sesso maschile e quelli che hanno manifestato un peggioramento dei sintomi in seguito alla manifestazione del disturbo. Anche il tempo trascorso dall’insorgenza è un fattore prognostico importante in quanto è stato dimostrato che un indice di rischio importante è la persistenza di disturbi della fluenza verbale per più di 18 mesi.
Quali sono gli effetti della terapia sui bambini?
Gli effetti e le modalità di intervento nella presa in carico di bambini disfluenti variano molto in relazione all’età. Il trattamento dei bambini prescolari è volto a fornire alla famiglia gli strumenti adeguati, attraverso il counselling genitoriale, affinché il bambino non si percepisca come un comunicatore poco abile e in modo tale che loro possano offrirsi da modello comunicativo corretto modificando prevalentemente la fluenza verbale e il modo di comunicare con il bambino, laddove questo fosse scorretto.
Nel caso dell’intervento su bambini di età scolare, solitamente consci delle loro difficoltà, gli obiettivi principali sono il trasferimento delle tecniche di facilitazione (apprese nel setting terapeutico) a tutti i contesti di vita e il mantenimento dei risultati ottenuti nel tempo. Raggiunto questo obiettivo, gli effetti si evidenziano soprattutto a livello relazionale: il bambino, infatti, migliora il proprio senso di autoefficacia oltre che la propria attitudine comunicativa con conseguente aumento della socialità.
Qual è la differenza tra balbuzie e cluttering (farfugliamento)
Le differenze tra la balbuzie e il cluttering interessano la sintomatologia, l’età d’insorgenza e il grado di consapevolezza del disturbo.
Se nella balbuzie l’eloquio si caratterizza per la presenza di ripetizioni di suoni o sillabe, prolungamenti di vocali e consonanti, blocchi, tensione fisica durante la produzione di alcune parole, nel cluttering le alterazioni riguardano soprattutto gli aspetti fonologici e sintattici del linguaggio per cui i soggetti tenderanno a omettere le sillabe, a fare diverse pause o revisioni e ad avere un eloquio veloce e poco intelligibile.
Quindi, potremmo semplificare dicendo che la balbuzie interessa più l’aspetto articolatorio del linguaggio mentre il cluttering più gli aspetti legati alla formulazione della produzione linguistica.
Inoltre, mentre la balbuzie è un disturbo della fluenza verbale i cui sintomi iniziano a manifestarsi nel corso dei primi 3-4 anni di vita, il cluttering si manifesta solitamente nell’adolescenza ma anche in preadolescenza, ovvero nel momento in cui aumenta la richiesta comunicativa in termini di complessità.
Nel caso del cluttering il soggetto è conscio del proprio disturbo spesso solamente perché è il partner comunicativo a fornirgli dei feedback negativi relativi alla propria performance dal punto di vista linguistico. La persona con balbuzie, invece, si rende conto della sua difficoltà nel momento in cui compare. Nel cluttering, inoltre, la performance migliora se il soggetto fa attenzione alla sua produzione verbale e si autocontrolla, ma peggiora quando va a ruota libera. Nel balbuziente in genere succede al contrario: se chiedo ad un balbuziente di ripetere o di controllarsi, la fluenza dell’eloquio tenderà a peggiorare.
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