Il termine reumatismo non appartiene al gergo medico, ma è spesso impiegato dalle persone per intendere in generale i dolori articolari, siano essi dovuti ad artrite o ad artrosi. Ma quali sono le differenze tra queste due condizioni?
Lo abbiamo chiesto alla dott.ssa Nicoletta Luciano, reumatologa presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Rozzano Fiordaliso.
Cosa si intende per reumatismo?
“Reumatismo” è un termine che spesso viene utilizzato per descrivere sintomi come il dolore e la rigidità ad articolazioni, tendini e muscoli. I medici non usano questa parola, ma ne utilizzano altre che apparentemente sono molto simili, come “reumatoide” e “reumatologia”.
In generale quando le persone parlano di “reumatismo” spesso si riferiscono all’artrite reumatoide che è un processo infiammatorio, mentre viceversa utilizzano erroneamente il termine “artrite” riferendosi all’osteoartrosi.
Cosa differenzia “artrite” e “artrosi”?
Artrite significa letteralmente “infiammazione articolare” e si caratterizza per sintomi come il dolore, il gonfiore e la rigidità a livello di una o più articolazioni, con conseguente limitazione nell’esecuzione delle normali attività quotidiane sin dal mattino al risveglio. Esistono forme diverse di artrite, tra cui la più nota e diffusa è senz’altro l’artrite reumatoide.
L’osteoartrosi (o più semplicemente “artrosi”) è invece legata a processi degenerativi, ovvero a una sorta di “invecchiamento” delle strutture ossee e articolari che vanno incontro a usura generando dolore.
Sebbene le due condizioni presentino qualche aspetto clinico in comune e spesso possano coesistere, la differenza sostanziale è che nell’artrosi l’infiammazione è assente o comunque estremamente contenuta e questo influisce sul tipo di terapie impiegate e sull’andamento di malattia.
Quali sono le caratteristiche dell’artrite reumatoide?
L’artrite reumatoide è una malattia autoimmune cronica e infiammatoria che si caratterizza principalmente per il dolore articolare più intenso a riposo, il gonfiore e la rigidità nei movimenti in particolare al mattino al risveglio; si possono però associare sintomi più generali come la febbre e l’intensa stanchezza.
Le forme più tipiche colpiscono entrambi i lati del corpo, ad esempio entrambe le ginocchia, le mani o i polsi, ma esistono anche forme cosiddette asimmetriche; gli esami possono aiutare a formulare la diagnosi poiché spesso si assiste a un rialzo degli indici di infiammazione e si ha la positività del fattore reumatoide e degli anticorpi anticitrullina.
Dato l’impatto della malattia, l’artrite richiede spesso una gestione multidisciplinare del paziente e un supporto riabilitativo alla terapia farmacologica cronica.
Cosa caratterizza invece l’artrosi?
L’artrosi è dovuta al consumo della cartilagine, ovvero di quella struttura che svolge la funzione di “ammortizzatore” durante i movimenti delle articolazioni. Traumi ripetuti, sovrappeso, vita sedentaria e avanzare dell’età sono i fattori di rischio più conosciuti per questa malattia; talvolta è presente anche una debole componente infiammatoria, ma generalmente il dolore associato è definito “meccanico” ovvero peggiora con il movimento e migliora durante il riposo.
Nelle fasi più avanzate, al dolore si associa anche la possibile deformazione ossea; in questi casi la terapia spesso è sintomatica o può comportare il ricorso alla chirurgia ortopedica.
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