Cardio-oncologia: insieme per terapie a misura di cuore

I progressi nella conoscenza della biologia dei tumori e nelle possibilità di trattamento non possono che essere una meravigliosa conquista. Richiedono però una rinnovata attenzione nel monitorare l’impatto che le terapie antitumorali e le nuove classi di farmaci introdotte possono avere nei confronti del paziente. La cardio-oncologia è la disciplina che si occupa di diagnosi, prevenzione e trattamento delle complicanze cardiovascolari delle terapie antitumorali. Ne parliamo con la dott.ssa Rossella Marino, cardiologa di Humanitas Medical Care Busto Arsizio e Humanitas Mater Domini. 

Di cosa si occupa la cardio-oncologia?  

“La maggiore efficacia delle cure oncologiche – spiega la dott.ssa Rossella Marino – crea nuove e delicate esigenze, a cui la medicina dev’essere in grado di rispondere. Riconoscere, prevenire e gestire queste complicanze in ambito cardiologico è una grande sfida, sia per l’oncologo che per il cardiologo. Può essere vinta solo attraverso un nuovo approccio, integrato e trasversale”. 

Sempre più persone riescono a convivere con un tumore, pazienti con un vissuto delicato ed esigenze specifiche, spesso legate ad effetti collaterali strettamente legati ai trattamenti oncologici: tra questi, le complicanze cardiologiche. Le terapie oncologiche prevedono l’impiego di molecole cardio-tossiche e di nuove classi di farmaci in grado a loro volta di determinare eventi avversi legati al sistema cardiovascolare. 

“L’obiettivo principale della cardio-oncologia clinica è proprio quello di individuare e sviluppare specifici percorsi diagnostici e di trattamento del paziente oncologico, prima, durante e dopo le terapie antitumorali”. In questo modo è possibile assicurare la terapia antitumorale più appropriata e ottimizzata, riducendo al minimo il rischio di complicanze. 

In quali situazioni interviene? 

  1. Pazienti oncologici in trattamento: in questo caso la collaborazione tra cardiologo e oncologo permette di individuare preventivamente possibili complicanze cardiovascolari (dovute a cardio-tossicità di alcuni trattamenti), stabilire la terapia più opportuna e offrire al paziente una migliore cura. Esistono infatti pazienti con fattori di rischio per cardio-tossicità: ad esempio con familiarità per diabete mellito, ipercolesterolemia familiare, dipendenza da fumo o alcol, obesità. 
  1. Valutazione terapeutica per pazienti cardiopatici: nel caso di un paziente cardiopatico che deve sottoporsi a chemioterapia, è necessario che venga ottimizzata la sua terapia cardiologica, così come il successivo monitoraggio: in questo modo si migliorano sia l’efficacia che l’efficienza clinica, con un’attenzione ancora più specifica ai bisogni del paziente.
  2. Valutazione preoperatoria di pazienti cardiopatici: i pazienti cardiopatici che devono essere sottoposti ad un intervento chirurgico oncologico necessitano di una valutazione cardiologica preoperatoria, fondamentale per evitare che i benefici della terapia antitumorale siano oscurati da potenziali effetti secondari negativi. La valutazione viene condotta direttamente in ambulatorio. 

In cosa consiste la valutazione del cardiologo nei pazienti oncologici?

La valutazione basale consente di:

  • Definire il livello di rischio del paziente, quindi stabilire la terapia e le modalità del monitoraggio cardiologico mediante raccolta dell’anamnesi, esame obiettivo, ECG ed ecocardiogramma
  • Riduzione del rischio cardiovascolare tramite terapie o misure comportamentali
  • Informare ed educare il paziente circa il rischio cardiologico e sull’importanza delle misure preventive. Tali informazioni saranno molto utili negli anni successivi alla chemioterapia, affinché possa adottare un opportuno stile di vita e si sottoponga con regolarità agli accertamenti cardiologici programmati  
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