Stimolazione biventricolare per la terapia dello scompenso cardiaco refrattario
Il cuore dei pazienti con scompenso cardiaco refrattario si contrae in modo disarmonico e l’attività meccanica risulta inefficace e inadeguata. Tale stato di contrazione alterata può essere parzialmente corretto praticando una stimolazione di entrambi i ventricoli.
Di cosa si tratta?
Lo scompenso cardiaco refrattario è una condizione clinica in cui una terapia medica ottimizzata non riesce ad apportare miglioramenti o ad arrestare l’evoluzione della patologia nei pazienti con disfunzione ventricolare sinistra grave e dilatazione del cuore. Il cuore di questi soggetti, e soprattutto di quelli che presentano un difetto della conduzione dell’impulso conosciuto come “blocco di branca sinistra”, si contrae in modo disarmonico e l’attività meccanica risulta quindi inefficace e inadeguata alle esigenze dell’organismo. Tale stato di contrazione alterata può essere parzialmente corretto praticando una stimolazione di entrambi i ventricoli.
Come funziona?
Lo stato di alterata contrazione può essere parzialmente corretto attraverso la stimolazione del ventricolo destro e sinistro mediante posizionamento di due elettrocateteri: uno in ventricolo destro e uno all’interno di un vaso venoso, il seno coronarico, che decorre lungo la parete del ventricolo sinistro. La stimolazione simultanea da entrambe le sedi consente una contrazione cardiaca più armonica e può essere in grado di migliorare il battito cardiaco, la portata cardiaca e la sintomatologia dei soggetti affetti da scompenso cardiaco (mancanza di fiato, ritenzione idrica). Il beneficio della stimolazione biventricolare non è immediato poiché la modificazione della meccanica cardiaca avviene nell’arco di qualche mese.
Come avviene la procedura?
In modo simile all’impianto di pacemaker e defibrillatore, la procedura avviene in anestesia locale. La durata può essere variabile in base alle difficoltà incontrate nel posizionamento dell’elettrocatetere ventricolare sinistro, ed è generalmente compresa tra una e tre ore. Il tutto si svolge in regime di ricovero (degenza media 5 giorni). L’obiettivo è il miglioramento della funzione cardiaca e la riduzione della sintomatologia tipica dello scompenso cardiaco.
È doloroso/pericoloso?
La procedura è svolta in anestesia locale ed è di solito ben sopportata. Di rado, in caso di importante sintomatologia dolorosa, si può ricorrere alla sedazione profonda con assistenza anestesiologica.
Chi può effettuare il trattamento?
La maggior parte dei pazienti affetti da scompenso cardiaco refrattario e funzione ventricolare sinistra ridotta.
Follow-up
Dopo la dimissione, il paziente deve sottoporsi a controlli semestrali del dispositivo, parallelamente alle valutazioni cliniche cardiologiche.
Disclaimer
Le informazioni riportate sono da intendersi come indicazioni generiche e non sostituiscono in alcuna maniera il parere dello specialista.