È il test molecolare, eseguito su un campione delle vie respiratorie (attraverso un tampone naso-faringeo), l’esame ritenuto più affidabile per rilevare l’infezione da SARS-CoV-2, in accordo con le indicazioni fornite dalla Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS). Anche il test rapido, effettuato tramite un tampone naso-faringeo, o salivare, può essere utilizzato per individuare l’infezione, ma la modalità analitica utilizzata è differente e i due test non sono sovrapponibli per accuratezza e affidabilità.
Quando è indicato il test rapido e come funziona? Ne abbiamo parlato con il dottor Luca Germagnoli, Responsabile del Laboratorio analisi cliniche di Humanitas.
Come si esegue il test rapido?
Così come per il test molecolare, anche il test rapido antigenico viene effettuato tramite un tampone naso-faringeo. L’operatore, tramite un bastoncino cotonato inserito in ciascuna narice, preleva del materiale biologico dalle cellule che rivestono la mucosa del rinofaringe (la parte superiore del tratto respiratorio) e dell’orofaringe (la parte della faringe posta dietro al cavo orale).
Si tratta di un prelievo poco invasivo e non doloroso che viene eseguito in pochi secondi. Il paziente può avvertire una sensazione di fastidio quando il bastoncino entra in contatto con la mucosa del naso e del cavo orale.
Test rapido: come funziona?
Al contrario del test molecolare, che permette di rilevare il genoma virale o parti di esso del virus, in particolare le molecole di RNA tipiche del virus, il test rapido antigenico ricerca solo alcune componenti proteiche del virus (dette “antigeni”).
Per questo, la sensibilità del test rapido (cioè la capacità del test di identificare correttamente gli individui affetti dal virus SARS-CoV-2), è inferiore rispetto a quello molecolare, soprattutto nel caso di una ridotta concentrazione del materiale genomico prelevato.
Questi test possono infatti dare dei risultati che vengono definiti falsi-negativi, in primis a causa della quantità di materiale genetico presente nel campione, ma anche nell’evenienza di ridotto periodo tra l’esposizione al virus e la comparsa dei sintomi; o falsi-positivi, che renderanno necessaria una seconda indagine molecolare.
A differenza del test molecolare, che richiede circa 8 ore con un tempo di attesa per i referti di 24 ore, la risposta dei test rapidi è molto breve, e varia tra i 5 e i 30 minuti, in base al kit utilizzato.
Quando è indicato il test rapido?
Il test rapido è stato introdotto per lo screening dei passeggeri negli aeroporti e nei porti e il Ministero della Salute, con una circolare del 29 settembre 2020, ne evidenziava l’utilità anche nel contesto scolastico perché “potrebbe accelerare la diagnosi di casi sospetti di COVID-19” e dunque semplificare l’identificazione dei casi, l’isolamento e il tracciamento dei contatti.
Con una circolare del 15 febbraio 2021, dal titolo “Aggiornamento sull’uso dei test antigenici e molecolari per la rilevazione di SARS-CoV-2”, il Ministero della Salute ha fornito alcune indicazioni sull’uso dei test per la rilevazione del virus SARS-CoV-2, modificando i criteri di utilizzo dei test antigenici rapidi forniti nella precedente normativa.
L’aggiornamento tiene conto del cambiamento nella situazione epidemiologica dovuta alla circolazione di nuove varianti virali del virus SARS-CoV-2. Il Ministero della Salute specifica che le nuove varianti (le cosiddette varianti inglese, brasiliana e sudafricana) presentano mutazioni della proteina Spike (posta sulle caratteristiche “punte” delle singole particelle del virus SARS-CoV-2 e responsabile dell’infezione) e non dovrebbero influire sui test antigenici, che rilevano la proteina del Nucleocapside (proteina N). Occorre però tenere presente che anche per la proteina N stanno emergendo mutazioni, che dovranno essere monitorate al fine di valutare l’eventuale influenza sui test antigenici.
Cosa fare se il test rapido è positivo?
Nei contesti a bassa prevalenza di circolazione di varianti del virus, se il test rapido è positivo occorre sottoporsi ad un tampone molecolare per confermare la presenza di infezione. In caso non sia possibile, è necessario sottoporsi a un test antigenico differente, per eliminare la possibilità di un risultato falso-positivo.
Cosa fare se il test rapido è negativo?
In caso di contatti con casi confermati COVID-19 o, in pazienti asintomatici, è consigliabile confermare la negatività del test sottoponendosi a un tampone molecolare o ad un test antigenico differente. Soprattutto in concomitanza con la circolazione di varianti virali con mutazioni a carico della proteina N, il principale antigene target utilizzato in questi test.
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