Oggi, 21 Giugno, è il National Selfie Day, la Giornata Mondiale del selfie.
Una celebrazione particolare che negli ultimi anni ha coinvolto un’intera generazione e non solo. La voglia di apparire, raccontare e comunicare, è arrivata a toccare chiunque. Ma lo scattiamo nel modo giusto? Se fatto scorrettamente, il selfie può dare un’immagine distorta del nostro volto, facendoci vedere difetti che in realtà non esistono.
Ne abbiamo parlato con il professor Marco Klinger, chirurgo plastico e Responsabile dell’unità di Chirurgia plastica in Humanitas a breve disponibile anche presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care De Angeli a Milano.
“Tutti noi siamo sempre stati concentrati sui nostri difetti che ci appaiono quando ci guardiamo allo specchio o in una fotografia, ma nel 2021 accade con i selfie. Oggi questi autoscatti sono usati da tutti, per rivivere un momento bello, un luogo in cui siamo stati e poterlo condividere con i nostri amici”, spiega il professor Klinger.
“Spesso però le pazienti vengono da noi con una di queste foto: un selfie che guardano con occhio critico, suggerendoci quelli che potrebbero essere i ritocchi o le cose da mettere a posto. Ma sia io che i miei colleghi, in Italia come all’estero, vogliamo ricordare che il selfie è una situazione pericolosa per osservare la propria faccia, perché se non è ben fatto, realizzato senza la distanza giusta, o scattato con il cellulare, può alterare i rapporti delle strutture anatomiche del volto, che prendono più o meno posizione a seconda dell’angolo in cui vengono inquadrati.
Per esempio, il naso ripreso prima o dopo l’intervento di rinoplastica, non va assolutamente valutato sui selfie. Quello che io dico alle mie pazienti è: divertitevi! Ma se vi mettete davanti allo specchio con il cellulare in mano, vedrete due immagini differenti, quella davanti a voi e quella sul telefonino”.
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