Generalmente la prima visita ginecologica viene fatta durante il periodo dell’adolescenza. Non è necessariamente legata all’inizio dell’attività sessuale ma è sicuramente un momento molto importante, in cui la donna, inizia ad avere cognizione di se stessa e del suo corpo.
Il ginecologo è tra le figure più importanti nella prevenzione e nella cura della salute di ogni donna: è sempre presente in tutte le fasi più importanti della sua vita.
Ne abbiamo parlato con la dottoressa Maria Giulia Corbucci, specialista in ginecologia e ostetricia presso il centro Humanitas Medical Care di Domodossola a Milano.
Le quattro stagioni della donna
“Io definisco il ginecologo come una sorta di compagno di vita della donna, una figura che le sarà sempre accanto in quelle che considero le ‘quattro stagioni’, spiega la dottoressa Corbucci. “Sono i momenti che rappresentano le fasi più importanti, quelle che vanno dall’adolescenza (quando la prima visita ginecologica in genere viene richiesta per consigli sulla contraccezione o su semplici problemi legati all’apparato femminile), all’età fertile e dalla gravidanza fino alla menopausa”. Ogni donna deve essere ascoltata, compresa, informata, sostenuta e accompagnata durante il suo percorso attraverso queste importanti fasi della sua vita”.
Adolescenza
“La prima consulenza ginecologica dovrebbe avvenire già tra i 13 e i 15 anni per offrire un supporto chiaro e professionale alle ragazze nel periodo di scoperta del proprio corpo e delle trasformazioni alle quali andranno incontro. Consulenze che serviranno anche a rispondere ai tanti dubbi che, inevitabilmente, accompagnano un processo di cambiamento così profondo e di crescita fisica e psicologica come l’adolescenza.
Gli argomenti di cui parlare con il ginecologo spaziano dall’acne ai dolori mestruali, alle malattie sessualmente trasmissibili, all’educazione, ad un corretto stile di vita, ai suggerimenti per le metodiche contraccettive che tutelino la salute fisica, riproduttiva e psicologica, delle giovani pazienti.
Va sottolineata l’importanza di creare una “consuetudine” al consiglio del ginecologo, sia durante la visita di prevenzione o l’ecografia ginecologica, che attraverso messaggi whatsapp, al posto di chiedere al dottor Google”.
Età fertile
“Questo periodo dura poco più di 30 anni, ma racchiude ogni potenzialità espressiva la donna desideri o tema. Il patrimonio follicolare di cui ogni donna è dotata comincia la sua onda di risveglio mensile nell’adolescenza, tende a rallentare dopo i 35 anni, fino ad esaurirsi in media dopo i 45 anni.
Le ovaie, l’utero e le tube di Falloppio sono organi da conoscere per preservare.
Due sono le funzioni che svolgono le ovaie: produrre gli ormoni del benessere femminile che contribuiscono allo sviluppo delle ossa, del cervello e dei muscoli, e far maturare un ovulo mensilmente. Tanti sono i problemi che possono interessare le ovaie come disfunzioni ormonali, cisti funzionali, cisti patologiche, infiammazione e tumori, ma le condizioni che spaventano di più le donne sono l’ovaio policistico e le cisti endometriosiche.
L’endometriosi è una patologia cronica e invalidante diffusissima ma poco conosciuta, pur interessando 150 milioni di donne nel mondo, di cui 14 milioni in Europa, e almeno 3 milioni in Italia. La malattia colpisce in età fertile provocando forti dolori invalidanti che limitano drasticamente la qualità dell’esistenza delle donne che ne sono affette, condizionando spesso la vita professionale, sociale, riproduttiva, familiare ed affettiva.
Per fortuna, se la donna si rivolge regolarmente al suo ginecologo, ci sono ottimi strumenti per fare una diagnosi precoce e molti trattamenti medici efficaci; tuttavia qualche volta si deve ricorrere alla chirurgia, ma se possibile si tratta di tecniche poco invasive e conservative come la laparoscopia”.
Gravidanza
“Il momento più bello per me, come ginecologa, è quando alla prima ecografia in gravidanza vedo sul monitor dell’ecografo il cuoricino dell’embrione di 8-12 mm che batte e lo presento alla futura mamma, ansiosa, incredula e affascinata.
La gravidanza è un periodo rivoluzionario nella vita di ogni donna: sono nove mesi nei quali il corpo e la mente subiscono notevoli cambiamenti e il ginecologo deve essere il competente e affidabile compagno di quel percorso, fino alla nascita.
In verità, il ginecologo nella visita preconcezionale ha già veicolato alla donna tutte le informazioni preventive sul corretto stile di vita, l’alimentazione adeguata (compreso il supplemento di folati), sull’eliminazione di alcol, fumo e altre sostanze d’abuso, sulla promozione dell’attività fisica, etc. Ha identificato eventuali altri fattori di rischio relativi a specifiche patologie nella storia familiare e personale, fatto eseguire alcuni esami di laboratorio e suggerito di effettuare l’immunizzazione, se sprovvista, contro alcune malattie infettive pericolose in gravidanza, come ad esempio la rosolia”.
Menopausa
“La menopausa è un momento fisiologico della vita della donna che coincide con il termine dell’attività ovarica inducendo quindi una carenza di ormoni estrogeni.
Ritengo importante raccomandare alle donne di farsi valutare già dal periodo perimenopausale per identificare i fattori di rischio clinico di osteoporosi e di patologie cardiovascolari che possono essere favorite o complicate dall’entrata in menopausa. I fattori di rischio di osteoporosi non modificabili sono: l’età di insorgenza della menopausa, la storia di pregresse fratture, i fattori di rischio modificabili (come un indice di massa corporea basso (IMC<19) che equivale a estrema magrezza), il tabagismo, una terapia cortisonica sistemica, etc.
I fattori di rischio per malattie cardiovascolari sono il diabete, l’insufficienza renale, le malattie da incremento di colesterolo e trigliceridi nel sangue (dislipidemie), il tabagismo, l’obesità, l’ipertensione arteriosa, ma anche un pregresso diabete gestazionale o una storia di preeclampsia in gravidanza.
Durante il consulto sulla menopausa, la visita ginecologica permette di valutare l’impatto della carenza estrogenica sulla qualità di vita quotidiana della donna e vengono poste domande sulla sintomatologia vasomotoria (vampate di calore, sudorazioni notturne, disturbi dell’umore e del sonno) e sulla presenza di sintomi da atrofia vulvo-vaginale. La sindrome genito urinaria si manifesta con sintomi vulvo-vaginali di secchezza, dolore, bruciore, irritazione, prurito che possono aggravarsi nel tempo ed essere responsabili di disturbi della sfera sessuale e di sintomi urinari (pollachiuria (cioè l’incremento della frequenza della minzione a brevi intervalli di tempo), urgenza minzionale, infezioni urinarie ricorrenti)
L’assunzione di una terapia, che può essere anche di tipo ormonale sostitutivo (solo dopo una attenta valutazione individualizzata dei rapporto rischi/benefici), resta indicata nei casi dove i disturbi indotti dalla menopausa alterano la qualità di vita della donna e qualora il rischio di fratture osteoporotiche sia elevato.
Ogni trattamento si basa comunque su una decisione informata e condivisa tra il ginecologo e la paziente e va rivalutato regolarmente”, ha concluso la dottoressa.
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