I calcoli renali sono simili a sassolini che si formano nelle vie urinarie quando alcune sostanze normalmente eliminate con le urine precipitano formando cristalli. I cristalli si aggregano e formano i calcoli. Più a lungo permangono nelle vie urinarie, più grandi possono diventare. Le recidive, in questi casi, sono molto frequenti, tanto da verificarsi in una percentuale che varia dal 25 al 50% nei casi dopo 5 anni.
Ne abbiamo parlato con la dottoressa Adriana Aroldi, medico nefrologo presso il centro Humanitas Medical Care De Angeli a Milano.
Cosa sono i calcoli renali?
“Dobbiamo considerare le urine come una soluzione: il solvente è l’acqua e i soluti sono le sostanze che i reni eliminano dal corpo. Con le urine il nostro corpo elimina le sostanze che non gli servono. Quando queste sostanze non rimangono in sospensione ma precipitano, ha inizio la formazione dei cristalli.
Questi cristalli possono aggregarsi in calcoli che, se non eliminati con il movimento delle vie escretrici, crescono e possono danneggiare le vie urinarie, favorendo delle infezioni, oltre che causare sintomi dolorosi (colica renale). I calcoli possono formarsi anche quando queste sostanze vengono eliminate in poca urina (per scarso apporto idrico e/o eccessiva sudorazione).
I fattori di rischio per la formazione dei calcoli sono:
- Lo scarso apporto idrico o le perdite elevate per sudorazione (durante l’attività fisica, in ambienti con temperature elevate).
- Una dieta ricca di proteine animali e/o di sale o cibi salati (insaccati, formaggi stagionati) e/o di zuccheri (fruttosio e saccarosio).
- Familiarità per calcolosi (aumenta il rischio di diventare un calcolotico).
Alcune malattie possono favorire la formazione dei calcoli:
- La gotta, l’obesità, i Bypass gastrici o intestinali, le malattie dell’intestino (tipo malattia di Crohn).
- L’iperparatiroidismo primitivo e il diabete mellito.
Se vi è capitato di aver formato un calcolo, la probabilità di recidiva aumenta con il passare del tempo.
Recidiva, quali sono le cause?
“Se non vengono individuati e curati i fattori che hanno causato la formazione dei calcoli, potranno esserci delle recidive. Occorre tuttavia tener presente che un episodio di calcolosi con espulsione spontanea del calcolo non rappresenta una malattia e potrebbe essere inutile ricercarne le cause. Il problema si pone quando i calcoli recidivano frequentemente.
Una volta espulso il calcolo è fondamentale esaminarlo per conoscere la sua composizione chimica. Il soggetto, inoltre, dovrà sottoporsi allo studio metabolico per la prevenzione di future recidive (raccolta delle urine delle 24 ore e prelievo): in base alla composizione chimica del calcolo e allo studio metabolico delle urine potrà essere impostata anche una terapia dietetica.
In questi casi l’apporto idrico è fondamentale: bisognerebbe bere almeno circa 2 litri d’acqua al giorno (in situazioni di attività fisica intensa o di elevate temperature, l’apporto idrico dovrà essere superiore ai 3 litri).
Terapie
È necessario distinguere la terapia dell’episodio di calcolosi con colica, da quella preventiva per la formazione dei calcoli.
Il trattamento dell’episodio di calcolosi, con o senza colica, è atto a far espellere il calcolo (se di piccole dimensioni), o frantumarlo (se grande), perché ne vengano espulsi i frammenti.
Bere molto può favorire l’eliminazione dei calcoli o dei frammenti (è da praticare con prudenza e sotto controllo medico).
Per prevenire la recidiva occorre invece individuare le cause che hanno portato alla formazione del calcolo con specifiche indagini cliniche, solo successivamente si potrà instaurare un’adeguata terapia medica.
Val la pena ribadire che le diete “fai da te” o l’eliminazione alimentare di sostanze che sono contenute nel calcolo, sono del tutto inutili e spesso controproducenti.
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