La prevenzione? E’ la principale “arma” per evitare di incorrere in problemi cardiovascolari ed inizia con un un corretto stile di vita, che permette di ridurre i tanti e diversi fattori di rischio.
Le malattie cardiovascolari, infatti, rappresentano la prima causa di morte in Italia (44% del totale), con quasi 250.000 decessi all’anno.
Ne abbiamo parlato con la dottoressa Marcella Luvini, cardiologa di Humanitas Medical Care Varese.
I fattori di rischio: quali sono?
I fattori di rischio possono essere distinti in modificabili (ipertensione, dislipidemia, glicemia) e non modificabili (età, etnia, sesso, familiarità per malattie cardiovascolari). Questa distinzione è di importanza fondamentale per pianificare interventi educazionali e terapeutici.
La presenza concomitante di uno o più fattori di rischio, infatti, determina un aumento esponenziale del rischio di sviluppare una malattia cardiovascolare.
Diversi studi e ricerche, tra cui lo studio longitudinale ‘CARDIA: Coronary Artery Risk Development in Adults’, hanno dimostrato che l’assenza o l’eliminazione dei fattori di rischio cardiovascolare nella fascia di età compresa tra i 35 e i 50 anni, previene in modo significato l’insorgenza di malattie cardiovascolari, come l’infarto e l’ictus, anche in età adulta.
Importante è quindi l’adozione di un corretto stile di vita: dieta sana, niente fumo e attività fisica.
Alimentazione, attività fisica e stop al fumo: i pilastri di una vita sana
Una dieta sana permette di mantenere un giusto livello di colesterolo e una corretta pressione arteriosa. La dieta mediterranea è considerata un modello di alimentazione corretta: verdura, frutta, cereali, pesce, olio di oliva, moderato consumo di alcol, basso consumo di carne rossa, insaccati ed in generale grassi saturi.
Il fumo è uno dei fattori più importanti nell’aumento del rischio cardiovascolare. Gli ex fumatori, ad esempio, hanno un rischio cardiovascolare intermedio: chi non fuma per almeno 10 anni ha un rischio che si avvicina a quello dei non fumatori.
Per quanto riguarda l’attività fisica, è sufficiente praticare 30 minuti al giorno di attività moderata, come camminare, pedalare o nuotare.
Diagnosi e prevenzione secondaria
Nelle persone ad “alto rischio”, è necessaria l’identificazione precoce e la correzione dei fattori di rischio attraverso uno screening adeguato e completo, in occasione di visite di controllo con anamnesi, esami ematici ed eventuale terapia farmacologica. Così pure per la prevenzione secondaria: i pazienti che già hanno avuto una malattia cardiaca, devono osservare un attento controllo dei fattori di rischio, non interrompere il trattamento farmacologico e sottoporsi a periodici controlli clinico-strumentali (solitamente semestrali o annuali).
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