I batteri più pericolosi per la salute umana, responsabili di gravi infezioni come la polmonite, la gonorrea ecc., sono diventati negli anni sempre più resistenti agli antibiotici e ciò, secondo le stime, potrebbe causare in futuro anche dieci milioni di decessi l’anno.
La resistenza sviluppata da questi microrganismi è un fenomeno naturale che passa attraverso mutazioni genetiche, ma l’uso improprio di antibiotici non fa altro che accelerarne il processo.
Come si è deciso di intervenire
Per affrontare il problema e rispondere urgentemente al bisogno di nuovi antibiotici, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha invitato a intensificare l’attività di ricerca pubblica e privata stilando una lista dei batteri più dannosi, in particolare i cosiddetti “multiresistenti”, i quali sono in grado di resistere a più farmaci anche di ultima generazione e di trasmettere con il loro materiale genetico questa capacità ad altri batteri.
La lista dei batteri più pericolosi
La lista dei batteri resistenti ai tradizionali trattamenti (suddivisi in tre gruppi) è stata definita in base a diversi parametri: il grado di mortalità delle infezioni scatenate da questi microorganismi patogeni, la facilità di diffusione dagli animali agli uomini e da persona a persona, le possibilità di prevenire i contagi.
Primo gruppo
Nel primo gruppo, quello in cui il problema della resistenza è più critico, ci sono i batteri del genere Acinetobacter baumannii, gli Pseudomonas e diversi Enterobacteriaceae, tra cui Klebsiella ed Escherichia coli, batteri multiresistenti responsabili, ad esempio, di polmoniti o di infezioni correlate all’assistenza sanitaria come la setticemia.
Secondo gruppo
Nel secondo gruppo sono stati inclusi l’Enterococcus faecium, lo Staphylococcus aureus, l’Helicobacter pylori, il Campylobacter spp., il batterio della Salmonella, e il Neisseria gonorrhoeae, il microorganismo responsabile della gonorrea.
Tutti questi batteri causano infezioni comuni come, ad esempio, le intossicazioni alimentari o la campylobatteriosi.
Terzo gruppo
Nel terzo gruppo troviamo lo Streptococcus pneumoniae, che causa otiti, sinusiti e polmoniti, l’Haemophilus influenzae, che provoca infezioni soprattutto nei bambini, e la Shigella, causa di shigellosi, una forma di dissenteria batterica.
Altri batteri resistenti non inclusi nella lista
Nell’elenco dell’OMS non sono stati inseriti gli agenti responsabili della tubercolosi, in quanto questa malattia è oggetto di uno specifico programma di intervento, né altri batteri resistenti agli antibiotici responsabili di infezioni, come la clamidia, che non determinano però una rilevante minaccia alla salute pubblica.
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