Secondo studi americani, chi è nato con il parto cesareo avrebbe maggiori probabilità (il 15% in più) di diventare obeso da bambino rispetto a chi nasce in modo naturale, e tale rischio potrebbe persistere fino all’età adulta.
Ma è davvero un dato attendibile quello che emerge da queste ricerche?
L’abbiamo chiesto al dottor Alessandro Bulfoni, responsabile di Ostetricia e Ginecologia in Humanitas San Pio X.
Il parto cesareo può rappresentare un fattore di rischio di obesità infantile?
È un tema oggetto di ricerca su cui sono stati già condotti altri studi. “L’evidenza di un rapporto tra parto cesareo e rischio obesità nel nascituro non è definitiva; infatti, non è un elemento di cui si tiene conto nella pratica clinica quando si vaglia l’ipotesi del ricorso al parto cesareo”, riferisce il dottore.
Il legame tra obesità e parto cesareo può dipendere dal microbiota intestinale?
“Allo stesso modo – spiega lo specialista – è oggetto di interesse scientifico il ruolo giocato dalla flora vaginale e gli effetti del contatto con il feto al momento del parto naturale, ma si tratta di studi altamente sperimentali”.
Secondo i ricercatori, il legame tra obesità e parto cesareo potrebbe dipendere dalle differenze nel microbiota intestinale che si stabilisce al momento della nascita. Quello dei bambini partoriti per via vaginale sarebbe più ricco di batteri che favoriscono la regolazione del peso corporeo, anche poi in età adulta.
Quali sono, invece, i fattori di rischio certi di obesità del nascituro?
“Contano sicuramente la costituzione genetica, il peso alla nascita, l’alimentazione della mamma durante la gestazione e se il neonato viene allattato al seno oppure no. Il latte materno, rispetto a quello artificiale, riduce la probabilità di sviluppare sovrappeso e obesità”, conclude il dottor Bulfoni.
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