La mammografia digitale con tomosintesi è la più avanzata tecnica di diagnosi radiologica mammaria: un esame fondamentale per la prevenzione e la diagnosi precoce del tumore al seno.
É disponibile in Humanitas Medical Care (sedi di piazza De Angeli, via Domodossola, Murat, Arese, Lainate e Varese), e si serve di una tecnologia digitale 3D di ultima generazione (DBT – Digital Breast Tomosynthesis) che consente di raggiungere un’accuratezza diagnostica nettamente superiore alla mammografia tradizionale.
Parola alla Dott.ssa Daniela Bernardi, specialista in Radiologia Senologica e Screening di Humanitas Medical Care.
Cos’è la mammografia digitale con tomosintesi e perché è importante nella prevenzione senologica?
“La mammografia digitale con tomosintesi non è che una naturale evoluzione della mammografia tradizionale – afferma la Dott.ssa Bernardi – conserva le informazioni, prevalentemente morfologiche delle lesioni superandone però i limiti intrinseci”.
La mammografia tradizionale, infatti, permette di acquisire le immagini della mammella in compressione, in modo da poter valutare in un’unica dimensione la morfologia della mammella. “La monodimensionalità implica alcune limitazioni, date in particolare da fenomeni di sovrapposizione strutturale, oppure – a volte – anche da fenomeni di mascheramento da parte del tessuto fibroghiandolare”.
La tomosintesi supera in parte questi problemi: mediante il movimento angolare del tubo radiogeno al di sopra della mammella compressa, vengono acquisite più immagini”, aggiunge la Dott.ssa Bernardi. “Successivamente, tramite un sofisticato algoritmo di ricostruzione, è possibile ricostruire lo spessore della mammella in singoli strati millimetrici. Il volume mammario non è quindi più riportato in un’unica dimensione, ma viene suddiviso in un numero di strati che corrispondono all’effettivo spessore della mammella compressa. “Eliminando i fenomeni di sovrapposizione, la mammografia con tomosintesi permette quindi di evidenziare parte di quelle lesioni che altrimenti potrebbero essere mascherate dal tessuto fibroghiandolare”.
Perché introdurre la tomosintesi nella tecnica mammografica?
“Dal punto di vista tecnologico” spiega la Dott.ssa Bernardi “la Tomosintesi recupera il vecchio principio della stratigrafia della radiologia tradizionale, ovvero la messa a fuoco delle diverse strutture presenti nei singoli strati: tra queste, le lesioni riconducibili a tumori mammari, alcune delle quali non sarebbero rintracciate attraverso la mammografia tradizionale”.
Il giovamento maggiore si ottiene nello studio dei seni ad elevata densità fibroghiandolare, più frequenti nelle giovani donne.
Quali sono i vantaggi della mammografia con tomosintesi?
L’introduzione della tomosintesi nella tecnica mammografica e nelle procedure di screening ha avuto un impatto importante sia in termini di aumento della sensibilità, ovvero la capacità di riconoscere i tumori, sia in termini di specificità, ovvero la capacità di negativizzare i reperti falsi positivi. Numerosi studi hanno infatti evidenziato:
- Un significativo aumento nella capacità di individuare tumori mammari. “La mammografia tradizionale pari riesce ad individuare circa 5/5,5 tumori ogni 1000 donne esaminate. Con la tomosintesi, siamo in grado di individuare finanche quattro tumori ulteriori ogni mille donne che si studiano, arrivando così ad un valore di circa 9/9,5 tumori individuati ogni 1000 donne” – afferma la Dott.ssa Bernardi, che precisa: “I tumori che identifichiamo sono prevalentemente tumori di tipo infiltrante e potenzialmente letali se non identificati”.
- una riduzione, talora significativa, del tasso di approfondimenti diagnostici legati a dubbi interpretativi generati dalla mammografia.
La mammografia con tomosintesi richiede livelli minori di compressione?
La Tomosintesi è metodica meglio accettata dalle donne: l’acquisizione di ogni singola proiezione è ottenuta con una ridotta compressione della mammella. “Acquisendo l’esame in modalità Tomosintesi viene meno la necessità di mantenere lo stesso elevato livello di compressione della mammella che, nella mammografia tradizionale, è normalmente richiesto per evitare artefatti da movimento. Inoltre, attualmente vengono impiegati particolari compressori che assecondano la forma della mammella e rendono la compressione meno aggressiva”.
É un esame che comporta particolari rischi?
Nell’esame in Tomosintesi la dose radiogena è leggermente superiore a quella tradizionale, ma comunque sempre al di sotto dei limiti di dose disposti per legge.Diversi studi hanno dimostrato l’ampio beneficio legato all’aumento della sensibilità diagnostica, che giustifica la minima quantità di dose radiogena aggiunta rispetto alla mammografia tradizionale. Come puntualizza la Dott.ssa Bernardi: “il rischio di radio-indurre un tumore mammario è praticamente nullo!”
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