La pancia gonfia è un problema che affligge buona parte della popolazione. Nella maggioranza dei casi il sintomo è correlato a un’alimentazione sbagliata. Tuttavia, è sempre meglio approfondire per escludere che siano presenti malattie infiammatorie intestinali.
Ne abbiamo parlato con gli specialisti di gastroenterologia di Humanitas Medical Care.
Cause alimentari e malattie intestinali
Se il ventre risulta teso e duro al tatto, probabilmente il problema risiede nell’alimentazione.
La causa può essere la dieta o il modo in cui si mangia: pasti disordinati o consumati troppo in fretta.
Se riguarda la dieta, i principali responsabili di solito sono le pietanze salate, le bibite gasate, l’eccesso di pasta, riso o patate.
Anche la stitichezza provoca gonfiore, naturalmente.
Il ventre gonfio però può anche essere sintomo di un problema più serio. Potrebbe essere causato da colon irritabile, gastrite o colite. Spesso all’origine di queste malattie troviamo lo stress. Occorre evitare il latte, i formaggi stagionati, i cibi molto grassi, gli insaccati e il caffè.
Malattie croniche
Se la pancia gonfia è accompagnata da altri sintomi come perdita di peso o presenza di sangue nelle feci, è necessaria una visita da un gastroenterologo, specialmente se in famiglia ricorrono tumori intestinali o malattia di Crohn o la colite ulcerosa.
È poi necessario effettuare delle analisi anche per valutare se si è in presenza di un’intolleranza al lattosio, di celiachia o di una sindrome da contaminazione batterica del piccolo intestino.
Rimedi
Innanzitutto è bene evitare l’abuso di tutti quei cibi che provocano gonfiore e mantenere una dieta equilibrata. Frutta e verdura fresca non devono mai mancare. Bere molto aiuterà anche la regolarità intestinale.
I probiotici (quei microrganismi che apportano un beneficio alla salute) sono importanti perché:
- riducono la produzione dei gas intestinali;
- ripristinano l’equilibrio della flora batterica;
- favoriscono la riproduzione cellulare delle pareti del colon;
- diminuiscono la fermentazione batterica degli alimenti e riducono l’ipermotilità gastrointestinale.
Si trovano nello yogurt, nel latte, nei formaggi ma in alcuni casi, per fornire un apporto maggiore, sarà necessario fare ricorso a integratori.
-
12.000.000 Visite
-
1.000.000 pazienti
-
7.300 professionisti
-
190.000 ricoveri
-
12.000 medici