Perché ci si mangia le unghie?

Oggigiorno si registra purtroppo un continuo aumento di atteggiamenti autolesivi (segno soprattutto di una società che mina la nostra serenità), quali rosicchiarsi le unghie o tagliarle con i denti, arrivando addirittura a ingoiarle, e portare spesso le dita alla bocca strappandone con i denti le pellicine.

Abbiamo chiesto al professor Marcello Monti, responsabile di Dermatologia in Humanitas, il motivo di questi comportamenti e quali sono i rimedi per evitare di mangiarsi le unghie.

Che cosa spinge alcune persone a mangiarsi le unghie e a strapparsi le pellicine delle dita?

“All’origine delle forme autolesive c’è quasi sempre un motivo di natura psicologica, un disordine del controllo degli impulsi e una difficoltà a gestire le emozioni e lo stress”, spiega il dottor Monti. E aggiunge: “Questi atteggiamenti, piuttosto comuni, in generale denunciano un’insicurezza, uno stato d’ansia o un atteggiamento difensivo, ma possono essere considerati veri e propri comportamenti ossessivo-compulsivi al limite della patologia”.

Quali sono le forme autolesive più comuni?

“La forma più importante è l’onicofagia, uno sfogo inconscio che coinvolge soprattutto i bambini e gli adolescenti, e si manifesta con il vizio di staccare parte dell’unghia con i denti e poi ingoiarla”, afferma il professore.

I danni conseguenti sono molti:

  •    denti che si scheggiano;
  •    unghia che cresce distorta per il continuo traumatismo;
  •    disturbi gastrici, perché l’unghia non è facile da digerire.

“Segue poi la dermatillomania, cioè il vizio di mordersi e strapparsi le pellicine o cuticole che circondano la lamina ungueale”.

Anche qui i danni sono seri: si va dalla semplice irritazione dei tessuti periungueali, al sanguinamento, alle infezioni batteriche o virali e agli ascessi dolorosi, chiamati “perionissi”, che richiedono l’intervento dermatologico per l’apertura dell’ascesso, il drenaggio e la terapia antibiotica.

“Infine, c’è la cosiddetta dermatofagia, l’abitudine nervosa di chi strappa con i denti parte di pelle della falange distale. Le conseguenze, anche gravi, sono la distorsione della falange o la perdita della lamina ungueale”, aggiunge Monti.

Che cosa si può fare per smettere questi comportamenti?

“Se questi comportamenti sono temporanei e aiutano a scaricare forti tensioni, è sicuramente meglio un danno alle dita o alle unghie, comunque in genere riparabile, piuttosto che un danno organico più serio”, afferma il dottore.

E suggerisce: “Se il problema diventa cronico, può essere d’aiuto applicare sulle unghie e sui tessuti di contorno un agente amaro e disgustoso a contatto con la bocca”.

 

 

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