In estate esporsi ai raggi solari senza la protezione è dannoso per la pelle e provoca le rughe. Per poter stare al sole tutto il giorno, al fine di accelerare l’abbronzatura, spesso si eccede con la crema solare. Ma molti non sanno che l’abuso di questi prodotti può fare più male che bene alla pelle (soprattutto dei bambini), incidere negativamente su tutto l’organismo e anche aumentare l’inquinamento ambientale.
Per chiarirci le idee, ne abbiamo parlato con il professor Marcello Monti, responsabile di Dermatologia in Humanitas e Docente di Dermatologia all’Università di Milano.
L’uso eccessivo di creme solari fa male?
“Esattamente. Fino a poco tempo fa si pensava che questi prodotti non avessero alcuna tossicità e, invece, sono aumentate le segnalazioni di intolleranze ai filtri solari, di dermatiti e, più recentemente, di assorbimento dei filtri chimici con effetti collaterali sull’intero organismo”, spiega il professore. E aggiunge: “Il più temuto è quello estrogenino, causato da alcuni filtri solari: spalmandosi la crema su tutto il corpo si possono verificare gli effetti tipici degli estrogeni, ossia tensione mammaria e alterazioni mestruali nella donna, aumento di peso e caduta della libido nell’uomo”.
È sbagliato, allora, spalmare la crema solare ai bambini?
“Le mamme sbagliano, anche se in buona fede, a esporre i propri piccoli agli assorbimenti dei filtri chimici per poterli lasciare più a lungo al sole”, sostiene il medico.
Nel portale della salute della Comunità europea si raccomanda (ma il messaggio è poco ascoltato) di non usare creme solari sui bambini fino ai 4 anni di età.
“In realtà, per ridurre il rischio tossicità, i bambini non andrebbero esposti al sole diretto, ma protetti con maglietta, cappello e occhiali, spalmando di crema solare solo le poche restanti zone non coperte”, afferma il professor Monti.
Perché i dermatologi consigliano di usare sempre i prodotti solari, magari con fattore di protezione alto?
“Si tratta di un atteggiamento oggi non più corretto e ciò è confermato dal fatto che, tralasciando gli effetti tossici delle creme solari già accennati, si è visto che i tumori cutanei indotti dal sole non diminuiscono nelle persone che usano abitualmente questi prodotti rispetto a quelle che non li utilizzano”, sostiene.
“Questo dato dovrebbe indurre i dermatologi a essere più prudenti nel consigliarli e, invece, più attivi nel promuovere un’esposizione limitata o protetta dagli indumenti”, avverte il professore.
Ma, se non ci si espone al sole diretto, non si rischia di sviluppare poca vitamina D e, quindi, manifestare osteoporosi?
“Assolutamente no”, risponde Monti. “La potenzialità di sviluppare vitamina D è soggettiva e non aumenta con la maggiore esposizione al sole. È sufficiente la luce del giorno che arriva sulle aree scoperte (volto, braccia, gambe) per favorire lo sviluppo del suo esatto fabbisogno.”
Perché le creme solari sono malviste dagli ecologisti?
“Perché le creme solari contengono sostanze chimiche tossiche (filtri solari, siliconi, acrilati) che vengono scaricate direttamente in mare”, afferma il professore.
“Ritengo necessario, quindi, che il sistema di fotoprotezione con creme solari debba essere rivisto e corretto. Nel frattempo consiglio di attenersi a quanto scritto proprio nella definizione di una crema solare: è quel prodotto da applicarsi laddove non sia possibile utilizzare un altro metodo di fotoprotezione”, conclude.
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