Un’ustione è una lesione della cute e, nei casi più gravi, anche dei tessuti sottocutanei provocata dal calore. Scottature e piccole ustioni alle mani, polsi e viso rappresentano uno dei più frequenti infortuni che avvengono in ambiente domestico o lavorativo.
L’ustione può essere causata da un contatto diretto col fuoco, con liquidi bollenti (acqua, olio), con il vapore, con sostanze chimiche (candeggina, acido muriatico) ma anche da un’eccessiva esposizione al sole (comprese le lampade abbronzanti) e dalla corrente elettrica (folgorazione).
Il dottor Stefano Ottolini, specialista di Medicina d’Urgenza in Humanitas, ci spiega la differenza tra i vari tipi di ustione e come ci dobbiamo comportare nei confronti di una persona ustionata.
Gravità di un’ustione
La gravità di un’ustione dipende da due fattori: la superficie corporea interessata e la sua profondità. Può essere molto pericolosa sia una scottatura superficiale ma molto estesa sia un’ustione poco estesa ma molto profonda.
Se la superficie ustionata è inferiore al 20% nell’adulto e al 12-15% nei bambini si parla di scottature localizzate; se invece l’ustione ricopre una maggiore percentuale corporea si parla di ustioni diffuse, i cui effetti generali si ripercuotono in tutto l’organismo, compresi gli organi interni.
Conseguenze di un’ustione
Oltre alla lesione o distruzione dei tessuti, esiste la possibilità che insorgano infezioni per il venir meno della barriera cutanea nei confronti dei microbi; può accadere anche che vi siano perdite di liquidi che potrebbero compromettere la sopravvivenza dell’individuo.
Tipi di ustione
In ordine di gravità, le ustioni si distinguono in:
- Ustioni di primo grado, quando sono leggere scottature e interessano solo lo strato più superficiale dell’epidermide. L’unico segno evidente è un arrossamento della zona ustionata, dovuto alla dilatazione dei capillari in superficie, talvolta unito a un leggero gonfiore e a un forte bruciore. Si tratta di scottature che solitamente non richiedono particolari cure mediche e guariscono nel giro di 5-7 giorni senza lasciare cicatrici.
- Ustioni di secondo grado, quando interessano gli strati superficiali e profondi della cute (il derma) e causano generalmente delle bolle (flittene) dovute alla fuoriuscita del plasma dai capillari cutanei coinvolti. Anche in questo caso il paziente lamenta dolore e bruciore intensi. Le lesioni più superficiali generalmente guariscono in 10-15 giorni senza lasciare segni; quelle più profonde, invece, necessitano di più tempo e possono lasciare cicatrici.
- Ustioni di terzo grado (le più gravi), quando, oltre allo strato dell’epidermide e del derma, vengono danneggiati anche i tessuti sottostanti (tessuto adiposo e muscolare, fino ad arrivare alle ossa), provocando la morte (necrosi) dei tessuti cutanei e la formazione di macchie nere e croste (escare). La cute appare di colore marrone, nero o bianco marmoreo ed è dura al tatto. Non vi è quasi mai dolore, in quanto le cellule nervose sono state distrutte. Queste scottature, che devono essere trattate da personale medico il prima possibile, solitamente lasciano cicatrici evidenti.
Interventi in caso di ustione
È importante che il soccorritore sia a conoscenza di alcune regole fondamentali per intervenire nel modo giusto e non peggiorare la situazione.
COSE DA FARE
- Non sottovalutare mai un’ustione. In particolare, se la lesione tarda a guarire, se si ritiene che si stia sviluppando un’infezione e se sono interessati bambini piccoli, anziani o ammalati, occorre consultare sempre un medico. Se la situazione si presentasse particolarmente grave, telefonare al 118.
- Rimuovere eventuali indumenti, senza strofinare la zona lesionata, ed eventuali gioielli, che potrebbero ostacolare la medicazione.
- Tenere la lesione sotto l’acqua corrente (a circa 15°) o fare impacchi di acqua fresca per 15 minuti. Attenzione: nei casi di contatto con sostanze chimiche (per esempio calce viva), evitare assolutamente il contatto con l’acqua, perché si potrebbero provocare danni maggiori.
- Coprire la zona ustionata con una garza sterile o stoffa di cotone ben pulita e bagnata, senza comprimere.
- Far distendere il soggetto in posizione supina e coprirlo per evitare l’ipotermia, ossia il calo della temperatura corporea.
COSE DA NON FARE
- Non rimuovere gli indumenti rimasti attaccati alla lesione, poiché si rischierebbe di staccare insieme a essi anche l’epidermide, aggravando la situazione.
- Non applicare sulla zona ustionata creme, pomate, disinfettanti.
- Non usare sulla zona ustionata rimedi casalinghi, come olio, ghiaccio, pomodori, dentifricio.
- Non forare le bolle poiché a contatto con l’aria la parte lesa potrebbe infettarsi.
- Non comprimere la zona lesionata.
- Non fare bere l’infortunato e non somministrargli farmaci.
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