L’osteoporosi è una patologia dello scheletro che provoca un indebolimento delle ossa, con conseguente aumento del rischio di fratture della colonna vertebrale, del femore e del polso anche con semplici cadute. Riguarda in particolar modo le donne, soprattutto a partire dalla menopausa.
È dimostrato da tempo che una regolare attività fisica e una corretta alimentazione (con un adeguato apporto di calcio e di vitamina D) sono fondamentali sia per migliorare la massa muscolare sia per prevenire e combattere la fragilità delle ossa.
Ne abbiamo parlato con il dottor Gianluca Galimberti, responsabile della Sezione di Riabilitazione Ortopedica in Humanitas.
L’attività fisica aumenta la densità minerale ossea
“Numerosi studi hanno dimostrato che chi svolge una corretta e costante attività fisica aumenta i valori della densità minerale ossea in modo maggiore rispetto alle persone sedentarie”, spiega il dottor Galimberti. “Ciò è dovuto al fatto che le contrazioni muscolari e le sollecitazioni dei tendini sulle ossa stimolano il rimodellamento osseo in senso positivo”, aggiunge.
Dopo i 30 anni, e in particolare per le donne a partire dalla menopausa, si verifica una perdita di massa ossea, inevitabile e progressiva. Ecco, quindi, l’importanza dell’esercizio fisico per costruire ossa più forti e rallentare il processo che porta all’osteoporosi, tenendo presente che è bene iniziare questa prevenzione fin dall’infanzia – periodo in cui nello scheletro si accumula il calcio che servirà poi da scorta in età avanzata – e continuarla per tutta la vita.
L’attività fisica diminuisce il rischio di fratture
L’esercizio fisico regolare agisce positivamente sui principali fattori di rischio dell’osteoporosi, diminuendo significativamente il pericolo di fratture. Questo vale in particolare per le donne dopo la menopausa e per le persone anziane, che diventano tendenzialmente sedentarie. Mantenere una buona forma fisica aumenta la forza muscolare, la destrezza, i riflessi e il senso dell’equilibrio, riducendo così il rischio di cadute e, di conseguenza, di fratture osteoporotiche.
Sport da fare e non fare
Una corretta attività motoria praticata in modo continuativo (almeno due volte la settimana) rappresenta un’efficace arma di prevenzione della malattia delle ossa fragili. “È però fondamentale”, precisa il dottore, “che si tratti di attività dove il muscolo abbia una contrazione attiva e venga sollecitato meccanicamente: praticare yoga o stretching, ad esempio, non produce effetti positivi sulla densità minerale ossea”.
Se invece già si soffre di osteoporosi, l’attività fisica dovrà essere moderata sia nell’intensità sia nella durata. Gli esercizi dovranno essere finalizzati alla destrezza e al controllo motorio piuttosto che alla potenza. Dato lo stato di fragilità ossea, è di primaria importanza rinforzare le parti del corpo più soggette alle fratture (femore, vertebre, polsi).
Naturalmente sono da evitare gli sport che potrebbero causare traumi a livello osseo o che ne sovraccarichino le strutture come, per esempio, lo sci, i pesi o il tennis. Camminare, fare le scale, fare ginnastica a corpo libero, ballare sono esempi di attività motorie ideali per chi soffre di osteoporosi. Invece “nuotare e andare in bicicletta fanno bene ai muscoli, al cuore e alle articolazioni, ma sono sport che vengono praticati in scarico gravitazionale” spiega il dottor Galimberti, e aggiunge “se lo stimolo della forza di gravità manca l’osso non ne risente positivamente. Ne sono un esempio gli astronauti che, rimanendo per lunghi periodi in assenza di gravità, soffrono di una diminuzione di densità minerale ossea con il conseguente rischio di sviluppare una forma di osteoporosi.”
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