Con il termine “Neurodinamica” si intende quell’insieme di tecniche di mobilizzazione che agiscono direttamente sui nervi del corpo, grazie alla loro possibilità di muoversi e di scorrere nei loro canali. Ogni volta in cui il nervo viene compresso, schiacciato, stirato oltre le sue possibilità fisiologiche, causa sintomi di alterazione della sensibilità, dolore e nei casi più gravi anche difetti di conduzione che provocano deficit di forza a carico dei muscoli innervati.
Ne parla la dottoressa Chiara Ponti, fisioterapista in Humanitas Medical Care Arese.
Per quali patologie è indicata?
La neurodinamica è indicata “per tutti i soggetti che soffrono di dolori neurogenici, ovvero a origine neurale, da disfunzioni che colpiscono direttamente i nervi – ha spiegato -. Rientrano in questa categoria la lombosciatalgia, la cruralgia, le neuropatie periferiche e la sindrome del tunnel carpale, solo per citarne alcuni. Tutte condizioni che riducono o diminuiscono gli spazi entro i quali il nervo deve scorrere”.
Come si svolge la seduta/trattamento?
Le due principali tecniche sono quelle slider e tensioner. Le tecniche slider lavorano sul ripristino della corretta flessibilità del tessuto nervoso, mentre le tecniche tensioner mobilizzano il nervo da entrambi i lati in direzioni opposte.
Durante il trattamento è “indispensabile lavorare sull’eventuale causa di compressione del nervo, agendo quindi sulla componente osteo-muscolare per limitare il peggioramento e recidive. Ecco perché gli esercizi di neurodinamica sono costruiti sulla base del sintomo del paziente e della zona di sofferenza del nervo”.
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