Solo nell’ultimo anno, oltre 28.000 italiani hanno avuto bisogno di una protesi al ginocchio.
Un intervento che riguarda non solo grandi anziani, ma anche over 65 che, in un paese che invecchia, vogliono invece continuare a vivere una vita di qualità anche nello sport, senza farsi fermare dal dolore invalidante dell’artrosi.
Ne parla di dottor Federico D’Amario, responsabile di Ortopedia Protesica e Ricostruttiva di Anca e Ginocchio dell’Ospedale Humanitas San Pio X di Milano che svolge la sua attività ambulatoriale anche nel poliambulatorio di Humanitas Medical Care Murat, avvicinando così esperienza e professionalità ai cittadini.
Riconoscere la gonartrosi: i sintomi dell’usura della cartilagine
I traumi sportivi in giovane età o una particolare predisposizione all’artrosi, anche dovuta alla forma e struttura delle ginocchia, portano in molti a fare i conti con l’usura della cartilagine.
“All’inizio si manifesta con un dolore al ginocchio che compare solo quando si compiono alcuni movimenti – spiega il medico -: si tende allora a evitare quei particolari movimenti, rinunciando ad attività come la partita a tennis, la passeggiata in montagna, l’uscita in bicicletta con gli amici. Con il tempo, però, il dolore aumenta e diventano difficili anche attività quotidiane come camminare o salire le scale”.
In genere, in questa fase della patologia degenerativa del ginocchio chiamata gonartrosi, il dolore porta all’invalidità. Invece, quando il dolore è appena comparso ed è ancora sopportabile, intervenire con l’impianto di una piccola protesi che ripara la lesione iniziale sulla cartilagine del ginocchio, può fare la differenza tra “aging e activeaging”, ovvero tra diventare vecchi e invecchiare restando attivi.
Perché è importante intervenire subito?
“Intervenire al momento giusto con i trattamenti adeguati al problema, permette di ringiovanire e guarire il ginocchio e potrebbe allontanare di almeno 10-15 anni la progressione della malattia artrosica. In questo senso, la vita può davvero ricominciare con una piccola protesi”, chiarisce il dottor D’Amario.
“Rispetto ai nostri nonni, abbiamo guadagnato cinque anni di vita in più per gli uomini e otto per le donne. Per la prima volta, quindi, anche noi medici facciamo i conti con una nuova generazione di over 65 che hanno richieste e aspettative di performance nel lavoro e nella vita, anche sportiva, prima impensabili”, aggiunge.
“La vita si allunga e invecchiare non fa più rima con artrosi, invalidità e complicanze ad esse associate, come le patologie cardiovascolari. Sono infatti sempre più numerosi i senior attivi che probabilmente continueranno a vivere una vita attiva e di qualità senza conoscere le malattie tipiche dell’anziano”.
Le protesi al ginocchio: un intervento mininvasivo e una ripresa rapida
“Si chiamano protesi monocompartimentali, ma sono più conosciute come protesi salva ginocchio perché non sostituiscono tutta l’articolazione, ma solo la piccola porzione colpita dall’artrosi nella sua fase iniziale – spiega ancora il medico -. L’intervento si esegue con tecnica mininvasiva, con un ricovero di 2-3 giorni, ma soprattutto prevede una preparazione muscolare preoperatoria che favorisce il rapido recupero dopo l’intervento”.
Dopo pochi giorni, infatti, è possibile tornare al lavoro: con poche precauzioni e un periodo di fisioterapia, però, grazie a una protesi che il paziente non percepisce, in 40 giorni è possibile tornare a fare ogni attività, anche sportiva.
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