Isocarbossazide 2


L'isocarbossazide è un inibitore della monamino ossidasi (IMAO) che agisce riducendo il livello di alcune sostanze nel cervello e consentendo così un miglioramento nel tono dell'umore.

 

Che cos'è l'isocarbossazide?

L'isocarbossazide viene utilizzata nel trattamento a breve termine (fino a 6 settimane) della depressione, nel caso in cui le altre terapie disponibili non siano risultate efficaci.

 

Come si assume l'isocarbossazide?

Generalmente l’isocarbossazide si assume per via orale, sotto forma di compresse.

 

Effetti collaterali dell'isocarbossazide

Fra i possibili effetti collaterali dell'isocarbossazide sono compresi:

  • anomale sensazioni cutanee,
  • ansia,
  • disturbi visivi,
  • brividi,
  • costipazione,
  • diarrea,
  • capogiri,
  • sonnolenza,
  • secchezza delle fauci,
  • perdita di conoscenza,
  • smemoratezza,
  • minzione frequente o difficoltà di minzione,
  • emicrania,
  • senso di pesantezza,
  • iperattività,
  • astenia,
  • sensazione di vuoto alla testa quando ci si alza in piedi,
  • spasmi muscolari,
  • nausea,
  • stato di sedazione,
  • insonnia,
  • tremori,
  • fastidi allo stomaco.

È importante consultare subito il medico nel caso in cui l'uso dell'isocarbossazide provochi:

  • rash cutanei,
  • orticaria,
  • prurito,
  • difficoltà respiratorie,
  • sensazione di oppressione al petto,
  • gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua,
  • stato di agitazione,
  • dolori al petto,
  • pelle fredda e sudaticcia,
  • problemi legati al sonno,
  • battito cardiaco accelerato o irregolare,
  • irritabilità o ostilità,
  • impotenza,
  • comportamento impulsivo o altri atteggiamenti anomali,
  • nausea,
  • rigidità dei muscoli del collo,
  • attacchi di panico,
  • sensazione di colpi al petto,
  • fotofobia,
  • forte emicrania,
  • pressione molto alta,
  • forte ansia o nervosismo,
  • grave irrequietezza,
  • istinto suicida,
  • sudorazione,
  • senso di oppressione alla gola o al petto,
  • vomito,
  • pupille dilatate,
  • peggioramento dello stato di depressione,
  • ittero.

 

Avvertenze

L'isocarbossazide può compromettere le capacità di guidare veicoli o manovrare macchinari pericolosi, soprattutto se assunta insieme ad alcolici o ad altri medicinali. Inoltre, può causare pericolosi capogiri quando ci si alza da posizione sdraiata o seduta, soprattutto al mattino; tale effetto può essere aggravato dal caldo, dall'esercizio, dalla febbre e dall'alcol.

Perché il trattamento faccia effetto possono essere necessarie da 3 a 6 settimane, durante le quali la terapia non deve in alcun caso essere interrotta senza aver prima consultato il medico.

L'isocarbossazide non deve essere assunta in caso di pressione alta, problemi ai vasi sanguigni di cuore o cervello, scompenso cardiaco, problemi epatici, gravi problemi renali, emicranie forti o frequenti, feocromocitoma o schizofrenia, se si ha in programma un intervento chirurgico o in caso di assunzione di anoressizzanti, antipertensivi, apraclonidine, bupropion, buspirone, carbamazepina, ciclobenzaprina, destrometorfano, etanolo, levodopa, meperidina, metotrimeprazina, metilfenidato, nefazodone, propossifene, SSRI, SNRI, sibutramina, simpatomimetici, antidepressivi triciclici o tetraciclici o un altro MAO inibitore (anche se l'assunzione è stata interrotta nei 14 giorni precedenti).

Inoltre, durante il trattamento è bene evitare cibi e bevande contenenti caffeina e quelli che associati a questo farmaco potrebbero portare ad un pericoloso aumento della pressione, come formaggi stagionati, panna acida, vino rosso, birra, mortadella, peperoni, salame, salsicce, acciughe, fegato, fichi in scatola, uvetta, banane, avocado, salsa di soia, fave ed estratti di lievito.

Prima di iniziare il trattamento è inoltre importante informare il medico:

  • di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, ad altri farmaci o a qualsiasi alimento;
  • dell’assunzione di medicinali, fitoterapici e integratori, in particolare apraclonidine, bupropione, buspirone, carbamazepina, ciclobenzaprina, destrometorfano, etanolo, levodopa, meperidina, metotrimeprazina, fenotiazine, metilfenidato, nefazodone, propossifene, SSRI, SNRI, sibutramina, simpatomimetici, antidepressivi triciclici o tetraciclici, un altro MAO inibitore , antipertensivi, anoressizzanti, inibitori delle COMT, insulina, meglitinidi, antidiabetici, sulfonilurea, sumatriptan, tramadolo, disulfiram, linezolid o medicinali contenenti blu di metilene;
  • se si soffre (o si è sofferto, o si ha un’ereditarietà familiare) di asma, problemi psicologici o psichiatrici, bronchite, aritmie, diabete, epilessia, problemi alla tiroide, malattie cardiache, morbo di Parkinson, porfiria, disturbi renali, ictus o istinto suicida;
  • in caso di gravidanza o allattamento al seno.

 

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