La malattia di Crohn è una patologia infiammatoria cronica che può interessare l’intero tratto gastrointestinale, dalla bocca all’ano, anche se tende a colpire prevalentemente l’ileo (l’ultima parte dell’intestino tenue) e il colon.
È una condizione caratterizzata dalla presenza di ulcere intestinali, che possono alternarsi a tratti di intestino sano. Se non adeguatamente trattata, può portare a complicanze significative come stenosi (restringimenti intestinali) e fistole, che spesso richiedono un intervento chirurgico, presentando, tuttavia, il rischio di recidive.
Ce ne parla il dottor Massimo Primignani, gastroenterologo presso Humanitas San Pio X e gli ambulatori Humanitas Medical Care Murat, De Angeli e Domodossola, a Milano.
Quali sono le cause della malattia di Crohn?
Sebbene le cause precise non siano ancora completamente conosciute, si ritiene che la malattia di Crohn sia il risultato di una combinazione di fattori genetici, ambientali e immunologici. Tra questi, la predisposizione genetica, il fumo di sigaretta, le alterazioni della flora batterica intestinale e una risposta immunitaria anomala giocano un ruolo cruciale. In presenza di questi fattori, il sistema immunitario, invece di proteggere l’organismo, attacca erroneamente l’intestino, causando infiammazione cronica.
Quali sono i sintomi della malattia di Crohn?
I sintomi della malattia di Crohn possono variare a seconda della parte dell’intestino interessata. Tra i più comuni vi sono:
- Diarrea cronica (spesso persistente per più di 4 settimane, può verificarsi anche durante la notte)
- Dolore e crampi addominali (talvolta accompagnati da sangue nelle feci)
- Febbre leggera e persistente
- Dolori articolari e manifestazioni non intestinali (come eruzioni cutanee)
- Perdita di peso significativa
- Complicanze perianali (come fistole o ascessi).
In alcuni casi, la malattia di Crohn può essere asintomatica e scoperta solo durante esami radiologici o endoscopici eseguiti per altri motivi.
Come viene diagnosticata la malattia di Crohn?
Per diagnosticare e monitorare la malattia di Crohn, vengono utilizzate diverse metodiche:
- Colonscopia con ileoscopia retrograda e biopsie multiple: consente di visualizzare la mucosa del colon e dell’ultimo tratto dell’ileo, identificando segni di infiammazione acuta e cronica.
- Cromoendoscopia digitale o con coloranti in vivo: durante la colonscopia, permette di visualizzare con maggiore dettaglio le aree sospette di displasia nel colon.
- Ecografia delle anse intestinali: utile per valutare la parete intestinale in modo non invasivo e monitorare complicanze.
- Entero-RMN (risonanza magnetica addominale): utilizza un mezzo di contrasto (assunto sia per via orale che somministrato per via endovenosa) per localizzare l’infiammazione e valutare l’estensione e l’attività della malattia.
- Entero-TC: simile all’Entero-RMN, ma utilizza raggi X e deve essere impiegata con cautela.
- Esofagogastroduodenoscopia: utile per valutare la parte alta dell’apparato digerente: esofago, stomaco e duodeno.
- Enteroscopia con videocapsula: diagnostica lesioni del piccolo intestino non accessibili con la colonscopia o la esofagogastroduodenoscopia.
- Risonanza magnetica della pelvi: per lo studio di fistole e raccolte perianali.
- Esplorazione chirurgica sotto anestesia: utilizzata in casi selezionati di malattia perianale, sia a scopo diagnostico che terapeutico.
Quali sono i trattamenti per la malattia di Crohn?
L’obiettivo del trattamento per la malattia di Crohn è quello di ridurre l’infiammazione intestinale. I trattamenti includono:
- Antibiotici intestinali (fluorochinolonici, metronidazolo, rifaximina): utilizzati in caso di complicanze.
- Steroidi sistemici o a bassa biodisponibilità: per la loro potente azione antinfiammatoria.
- Immunosoppressori (azatioprina, 6-mercaptopurina, Metotrexate): agiscono riducendo l’attività dei globuli bianchi responsabili dell’infiammazione.
- Farmaci biologici (infliximab, adalimumab, vedolizumab, ecc.): anticorpi monoclonali che bloccano molecole chiave dell’infiammazione.
- Cellule staminali mesenchimali: utilizzate per il trattamento delle fistole perianali complesse.
- Chirurgia: riservata alle complicanze irreversibili della malattia quando i farmaci non sono sufficienti.
- Farmaci sperimentali: disponibili solo in centri d’eccellenza nell’ambito di studi clinici.
Come prevenire la malattia di Crohn
Sebbene non sia possibile prevenire l’insorgenza della malattia di Crohn, si può intervenire per prevenire la progressione del danno intestinale e le complicanze:
- Diagnosi precoce della malattia: tramite esami del sangue, delle feci e tecniche di imaging non invasive in caso di sintomi persistenti (diarrea, dolori addominali, perdita di peso).
- Prevenzione delle complicanze: iniziando tempestivamente il trattamento medico e monitorando periodicamente la malattia per mantenere una remissione prolungata.
- Prevenzione delle neoplasie intestinali: eseguendo colonscopie con biopsie o cromoendoscopie ogni 2-3 anni, in pazienti con malattia di Crohn estesa al colon, a partire da 8-10 anni dall’inizio dei sintomi intestinali.
- Prevenzione delle infezioni opportunistiche: attraverso vaccinazioni specifiche (antinfluenzale ogni 12 mesi, anti-pneumococco ogni 5 anni, anti-Herpes Zoster, e vaccinazione per l’epatite B al momento della diagnosi, se non già effettuate. Nella popolazione femminile, è consigliata, in questi casi, anche la vaccinazione per l’HPV).
Sedi
-
12.000.000 Visite
-
1.000.000 pazienti
-
7.300 professionisti
-
190.000 ricoveri
-
12.000 medici