Il colesterolo svolge diversi processi fondamentali per il nostro organismo ma troppo colesterolo può essere dannoso per le arterie causandone, nel tempo, la chiusura con blocco del flusso sanguigno e conseguenti eventi cardiaci o cerebrali gravi.
Ne abbiamo parlato con il dottor Franco Salvetti, specialista in ecografia e medicina generale presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Busto Arsizio.
Che cos’è il colesterolo?
Il colesterolo è un componente fondamentale del nostro organismo, partecipa alla struttura delle membrane cellulari, alla formazione degli ormoni steroidei del nostro sistema genitale, degli ormoni corticosteroidei del nostro sistema idrosalino, degli acidi biliari importanti per l’eliminazione del colesterolo nella bile, e al colecalciferolo per l’assunzione di calcio.
Il colesterolo viene sintetizzato per la maggior parte nel fegato, anche se tutte le cellule del nostro organismo hanno la stessa facoltà. La sintesi parte da una piccola molecola, AcCoA, che viene ricavata dagli acidi grassi e dagli zuccheri presenti nella nostra dieta, si parla in questo caso di colesterolo endogeno.
La presenza di carni e prodotti di derivazione animale nella nostra dieta comporta l’introduzione nell’organismo di colesterolo, si parla in questo caso di colesterolo esogeno.
Le percentuali del colesterolo endogeno ed esogeno sono circa 80% contro 20% del colesterolo totale, si deve tuttavia precisare che il rapporto tra colesterolo endogeno e colesterolo esogeno è molto variabile poiché dipende dalla quantità di colesterolo presente nei cibi, dalla quantità sintetizzata dal fegato e, dalla quantità di colesterolo escreto con la bile, di cui una parte ripreso dalle cellule intestinali e una parte escreto con le feci.
In che modo viene assorbito il colesterolo dall’organismo?
Il colesterolo può arrivare alle cellule del nostro organismo solo attraverso il circolo sanguigno. D’altra parte, il colesterolo non è solubile nel plasma, essendo paragonabile a un grasso, per cui le nostre cellule mettono in atto lo “stratagemma” di incapsularlo in strutture sferiche solubili nel plasma con al centro il colesterolo e i grassi e sulla superficie proteine solubili nel plasma.
Le cellule intestinali assorbono il colesterolo e gli acidi grassi degli ingesti e li immettono direttamente in circolo senza passare dal fegato, contenuti in chilomicroni. Attraverso elaborati processi biochimici i chilomicroni trasferiscono alle cellule muscolari e del tessuto adiposo il loro contenuto e alla fine i chilomicroni restanti vengono presi dal fegato.
Le cellule del fegato sintetizzano il colesterolo endogeno e lo rilasciano in circolo tramite lipoproteine. Di queste ve ne sono di più tipi e con funzionalità diverse: le lipoproteine più importanti sono la lipoproteina Low Density protein, LDL, e la lipoproteina High Density Protein, HDL.
Le LDL contengono il 70% del colesterolo totale, hanno lo scopo di trasportare il colesterolo alle cellule periferiche.
Le HDL sono lipoproteine più piccole, contengono solo il 20% del colesterolo totale e hanno la capacità di caricare al proprio interno il colesterolo non utilizzato dalle cellule periferiche e riportarlo al fegato in un trasporto inverso alle LDL.
Vi sono altri due tipi di lipoproteine, le VLDL, Very Low Density Lipoprotein, e IDL, Intermediate Density Lipoprotein, entrambe sintetizzate dal fegato per la distribuzione del colesterolo che una volta eseguito il rilascio di colesterolo in periferia, vengono riprese dal fegato per trasformarle in LDL.
Tutte le lipoproteine e i chilomicroni presentano sulla loro superficie alcune proteine specifiche molto importanti, le apoproteine, che fungono da “gancio” per il “rendez vous” con le cellule periferiche. Tra queste è importante ricordare la apoproteina B100 che si trova sulle LDL, VLDL e IDL (senza questa proteina o in caso di suo malfunzionamento le lipoproteine non sono in grado di smaltire il colesterolo con conseguente suo accumulo in circolo).
Il risultato di questa complessa gestione del colesterolo è la presenza costante di una determinata quantità di colesterolo nel sangue, detta colesterolemia, misurata in milligrammi di colesterolo per ogni decilitro di plasma (mg/dl), che rappresenta il colesterolo complessivamente contenuto sia nelle lipoproteine che nei chilomicroni. Quando la colesterolemia è determinata a digiuno tramite prelievo venoso, è data prevalentemente dal colesterolo contenuto nelle sole lipoproteine poiché i chilomicroni scompaiono dal circolo sanguigno dopo 8-12 ore di digiuno, acquisiti dalle cellule del tessuto adiposo e dalle cellule muscolari dopo il pasto e dal fegato ciò che rimane.
A quali conseguenze possono portare alti livelli di colesterolo nel sangue?
Lo studio Framingham, iniziato nel 1948 con lo scopo di trovare le cause dell’aumento di infarto del miocardio negli USA che stava assumendo proporzioni quasi epidemiche, stabilì già nel 1957 che la colesterolemia svolgeva un ruolo centrale come fattore di rischio nell’infarto del miocardio insieme all’ipertensione arteriosa, l’età e il sesso maschile. Negli anni successivi sono stati evidenziati altri fattori di rischio come il fumo di sigaretta, la vita sedentaria, l’obesità e la co-presenza di diabete.
Il meccanismo attraverso il quale il colesterolo è causa di eventi vascolari avversi è complesso ma in sintesi sta nella capacità delle lipoproteine LDL di passare attraverso fessure della superficie interna dell’arteria, creatisi da eccessiva pressione arteriosa, da sostanze nocive presenti nel fumo di sigaretta, da alcool, da alti livelli di glucosio come nel diabete e dallo stesso colesterolo. Le cellule presenti nella parete arteriosa sono in grado di fagocitare le lipoproteine LDL fino a riempirsene e alla fine morirne generando detriti di colesterolo attorno ai quali altre cellule si radunano riprendendo ad assumere lipoproteine. Il processo continuando forma un cappuccio di cellule con al centro colesterolo e calcificazioni che portano progressivamente alla formazione della placca e, ingrandendosi nel tempo, a chiudere progressivamente l’arteria causando l’aterosclerosi. Il passaggio del sangue nell’arteria interessata da aterosclerosi si riduce progressivamente ma in modo subdolo fino all’evento occlusivo totale che può verificarsi per la formazione di un trombo sulla placca stessa con conseguente mancanza di ossigeno agli organi e tessuti a valle (ischemia).
L’evento ischemico può avvenire in diversi distretti corporei: se vengono coinvolte le arterie coronarie si ha l’infarto del miocardio; nel caso delle arterie cerebrali avviene l’ictus cerebrale; se vengono colpite le arterie dell’intestino si ha l’infarto intestinale. Le arterie degli arti possono ugualmente andare incontro a occlusione provocando la perdita dell’arto colpito.
Gli esami del sangue consentono, mediante un prelievo venoso, di verificare i valori dei principali componenti ematici e fornire informazioni sulla salute del paziente e sul funzionamento del suo organismo.
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