Tumore della cervice uterina: i sintomi e i trattamenti 

Il tumore della cervice uterina rappresenta il quinto tumore per frequenza nella popolazione femminile sotto i 50 anni.

Negli ultimi 40-50 anni, nei paesi industrializzati, la sua incidenza è calata drasticamente (di circa il 70%) grazie ai programmi di screening ed alla vaccinazione anti HPV. Nonostante sia un tumore relativamente poco frequente, ha un grande impatto sociale poiché interessa giovani donne con un picco di incidenza tra i 30 e i 50 anni (1).

Ce ne parla il dottor Giampaolo Di Martino, ginecologo oncologo presso Humanitas San Pio X e l’ambulatorio Humanitas Medical Care Premuda a Milano.

Tumore della cervice uterina: quali sono i sintomi?

Come tutte le neoplasie dobbiamo distinguere casi con malattia in stadio iniziale e malattia in stadio avanzato.

Fortunatamente, proprio grazie ai programmi di screening, la diagnosi avviene nella maggior parte dei casi negli stadi precoci.

Nelle fasi iniziali il tumore della cervice è spesso asintomatico. I sintomi, quando presenti, possono includere:

Molto spesso le pazienti giungono all’attenzione di un ginecologo oncologo per due motivi: 

  1. perchè il ginecologo di fiducia della paziente ha ‘notato’ una cervice anormale (noduli, margini frastagliati) durante la visita 
  2. la biopsia, eseguita sotto guida colposcopica, ha documentato la presenza di una neoplasia.

Quali sono i fattori di rischio per il tumore della cervice? 

Indubbiamente un ruolo essenziale nella carcinogenesi è svolto dalla presenza del papillomavirus.

Su questo aspetto però va fatta una precisazione importante: la presenza dell’Hpv è una causa necessaria ma non sufficiente, da sola, a provocare il tumore del collo dell’utero.

Altri fattori che promuovono l’insorgenza del tumore della cervice uterina sono:

  • Precoce inizio dell’attività sessuale (durante la prima adolescenza, che termina all’incirca con il compimento del 16° anno di età)
  • Promiscuità sessuale propria o del partner
  • Avere partorito molte volte, oppure in età precoce (nell’adolescenza)
  • Infezioni da clamidia o herpes simplex
  • Fumo di sigaretta
  • Uso di contraccettivi orali, specialmente se prolungato nel tempo
  • Indebolimento del sistema immunitario (sindromi immunodepressive).

L’infezione da HPV e le lesioni pre-tumorali

Oltre il 75% delle donne sessualmente attive nel corso della propria vita è entrata in contatto con il papillomavirus e in queste, in oltre l’80% dei casi, l’infezione è stata asintomatica, senza conseguenze, con una risoluzione entro 2 anni circa.

In una percentuale, quindi modesta, il virus persiste e può causare lesioni pre-tumorali che poi nel corso del tempo possono evolvere in tumore.

Il trattamento dipende dal tipo di lesione (basso o alto grado), dall’età della paziente e dalla sede delle lesioni (esocervicali o endocervicali).

Si può andare da un trattamento puramente osservazionale (la paziente viene monitorata nel tempo) a trattamenti escissionali, quali la conizzazione, che possono essere eseguiti in regime ambulatoriale.

Esistono varie tecniche per eseguire la conizzazione, ad esempio tramite l’utilizzo di un bisturi elettrico ad ansa (LEEP) o tramite l’utilizzo del laser.

Ogni tecnica ha i suoi vantaggi e svantaggi ed il trattamento deve essere personalizzato.

Tumore della cervice uterina: i trattamenti

Il tumore di solito si presenta in stadi iniziali di malattia e la terapia è chirurgica.

Studi recenti hanno messo in evidenza come, in uno sottogruppo di tumori a basso rischio, una chirurgia meno radicale sull’utero (asportazione del parametrio, il tessuto di sostegno della cervice) permette di avere risultati oncologici ugualmente sicuri, evitando così tutte le possibili complicanze di una chirurgia ultraradicale (2).

A questo, vanno aggiunti anche i vantaggi della tecnica del linfonodo sentinella, che permette di avere informazioni più dettagliate sullo stato linfonodale programmando così un’eventuale terapia adiuvante, se necessario (3).

La chirurgia può essere laparoscopica o robotica?

Secondo le recenti linee guida dell’ESGO (European Society of Gynecaological Oncology) pubblicate nel 2023 (4), la chirurgia standard è quella laparotomica poiché i risultati di un importante trial randomizzato (5) hanno evidenziato come la chirurgia mini-invasiva (sia laparoscopica che robotica) sia associata ad un aumento del tasso di recidive e mortalità .

Attualmente, è in corso un altro studio internazionale (6) che avrà il compito di confermare o smentire tali risultati.

Se la chirurgia non è possibile, negli stadi avanzati di malattia i trattamenti possono essere diversi e spesso combinati fra loro.

Questi comprendono la radioterapia, la brachiterapia, la chemioterapia e, recentemente, l’immunoterapia che ha dato importanti risultati (7).

Vale la pena sottolineare che, al di là del singolo trattamento da eseguire, la gestione di queste pazienti oncologiche debba essere affidata a un team multidisciplinare nell’ottica di un percorso che sia il più possibile personalizzato.

​​È sempre necessario rimuovere l’utero nei casi di malattia tumorale? 

Per gli stadi di malattia microinvasivi la conizzazione rappresenta il trattamento adeguato, per gli altri tumori fino ai 4 cm di diametro, la terapia è demolitiva con l’asportazione dell’utero.

Tuttavia, in casi selezionati e soprattutto trattati in centri di riferimento, è possibile proporre alle pazienti con desiderio di gravidanza, un trattamento conservativo (cosiddetto fertility-sparing).

Questa proposta deve tener conto dell’età della paziente, della sua riserva ovocitaria e delle caratteristiche del tumore.

Fonti

  1. Sung H, Ferlay J, Siegel RL, et al. Global Cancer Statistics 2020: GLOBOCAN Estimates of Incidence and Mortality Worldwide for 36 Cancers in 185 Countries. CA Cancer J Clin 2021; 71:209
  2. Plante M, Kwon JS, Ferguson S, Samouëlian V, Ferron G, Maulard A, de Kroon C, Van Driel W, Tidy J, Williamson K, Mahner S, Kommoss S, Goffin F, Tamussino K, Eyjólfsdóttir B, Kim JW, Gleeson N, Brotto L, Tu D, Shepherd LE; CX.5 SHAPE investigators; CX.5 SHAPE Investigators. Simple versus Radical Hysterectomy in Women with Low-Risk Cervical Cancer. N Engl J Med. 2024 Feb 29;390(9):819-829. doi: 10.1056/NEJMoa2308900. PMID: 38416430.
  3. Kocian R, Kohler C, Bajsova S, Jarkovsky J, Zapardiel I, Di Martino G, van Lonkhuijzen L, Sehnal B, Sanchez OA, Gil-Ibanez B, Martinelli F, Presl J, Minar L, Pilka R, Kascak P, Havelka P, Michal M, van Gorp T, Nemejcova K, Dundr P, Cibula D. Sentinel lymph node pathological ultrastaging: Final outcome of the Sentix prospective international study in patients with early-stage cervical cancer. Gynecol Oncol. 2024 Jun 27;188:83-89. doi: 10.1016/j.ygyno.2024.06.015. Epub ahead of print. PMID: 38941963.
  4. Cibula D, Raspollini MR, Planchamp F, Centeno C, Chargari C, Felix A, Fischerová D, Jahnn-Kuch D, Joly F, Kohler C, Lax S, Lorusso D, Mahantshetty U, Mathevet P, Naik R, Nout RA, Oaknin A, Peccatori F, Persson J, Querleu D, Bernabé SR, Schmid MP, Stepanyan A, Svintsitskyi V, Tamussino K, Zapardiel I, Lindegaard J. ESGO/ESTRO/ESP Guidelines for the management of patients with cervical cancer – Update 2023. Int J Gynecol Cancer. 2023 May 1;33(5):649-666. doi: 10.1136/ijgc-2023-004429. PMID: 37127326; PMCID: PMC10176411.
  5. Ramirez PT, Frumovitz M, Pareja R, Lopez A, Vieira M, Ribeiro R, Buda A, Yan X, Shuzhong Y, Chetty N, Isla D, Tamura M, Zhu T, Robledo KP, Gebski V, Asher R, Behan V, Nicklin JL, Coleman RL, Obermair A. Minimally Invasive versus Abdominal Radical Hysterectomy for Cervical Cancer. N Engl J Med. 2018 Nov 15;379(20):1895-1904. doi: 10.1056/NEJMoa1806395. Epub 2018 Oct 31. PMID: 30380365.
  6. Falconer H, Palsdottir K, Stalberg K, Dahm-Kähler P, Ottander U, Lundin ES, Wijk L, Kimmig R, Jensen PT, Zahl Eriksson AG, Mäenpää J, Persson J, Salehi S. Robot-assisted approach to cervical cancer (RACC): an international multi-center, open-label randomized controlled trial. Int J Gynecol Cancer. 2019 Jul;29(6):1072-1076. doi: 10.1136/ijgc-2019-000558. Epub 2019 Jun 14. PMID: 31203203.
  7. Lorusso D, Xiang Y, Hasegawa K, Scambia G, Leiva M, Ramos-Elias P, Acevedo A, Sukhin V, Cloven N, Pereira de Santana Gomes AJ, Contreras Mejía F, Reiss A, Ayhan A, Lee JY, Saevets V, Zagouri F, Gilbert L, Sehouli J, Tharavichitkul E, Lindemann K, Lazzari R, Chang CL, Lampé R, Zhu H, Oaknin A, Christiaens M, Polterauer S, Usami T, Li K, Yamada K, Toker S, Keefe SM, Pignata S, Duska LR; ENGOT-cx11/GOG-3047/KEYNOTE-A18 investigators. Pembrolizumab or placebo with chemoradiotherapy followed by pembrolizumab or placebo for newly diagnosed, high-risk, locally advanced cervical cancer (ENGOT-cx11/GOG-3047/KEYNOTE-A18): a randomised, double-blind, phase 3 clinical trial. Lancet. 2024 Apr 6;403(10434):1341-1350. doi: 10.1016/S0140-6736(24)00317-9. Epub 2024 Mar 20. PMID: 38521086.
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