La gonioscopia è un esame oftalmologico fondamentale per la valutazione delle strutture dell’angolo irido-corneale, ovvero lo spazio compreso tra l’iride e la cornea. Questa tecnica è essenziale per verificare che l’angolo permetta un corretto drenaggio dell’umor acqueo, il fluido che assicura il mantenimento della giusta pressione intraoculare. Un malfunzionamento di questo processo, infatti, può portare allo sviluppo del glaucoma.
Durante la gonioscopia, l’oculista può verificare se l’angolo è chiuso o aperto, consentendo così di classificare il glaucoma in due categorie principali: glaucoma ad angolo aperto e glaucoma ad angolo chiuso. La distinzione tra questi due tipi di glaucoma è fondamentale, poiché ciascuno richiede una terapia specifica.
Ce ne parla il dottor Riccardo Scotti, oculista presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Rozzano-Fiordaliso, che ci spiega l’importanza di questo esame non solo nella diagnosi del glaucoma ma anche nella sua gestione. Attraverso la gonioscopia, infatti, è possibile monitorare l’evoluzione della malattia e adeguare il trattamento.
Che cos’è il glaucoma?
Il glaucoma rappresenta una delle principali cause di disabilità visiva e cecità in Italia, e colpisce oltre 55 milioni di persone nel mondo. Questa patologia è generalmente causata dall’aumento della pressione interna dell’occhio, che può danneggiare il nervo ottico, responsabile della trasmissione delle immagini dalla retina al cervello (in casi meno frequenti può derivare anche da un ridotto apporto di sangue al nervo ottico).
La progressiva perdita del campo visivo, che inizia nelle porzioni più periferiche coinvolgendo progressivamente le porzioni centrali, è uno dei sintomi più allarmanti del glaucoma.
Esistono due differenti tipi di glaucoma: ad angolo aperto e ad angolo chiuso.
Nel glaucoma ad angolo aperto, il più comune, il deterioramento è graduale, e si manifesta con una sintomatologia evidente solo quando ha raggiunto uno stadio avanzato, rendendolo più insidioso. Questo tipo di glaucoma è più frequente nelle persone con miopia elevata o lieve, dispersione di pigmento, pseudoesfoliatio lentis, una storia familiare della malattia o tra chi ha seguito terapie a base di cortisonici per lungo tempo.
D’altra parte, il glaucoma ad angolo stretto si manifesta con sintomi più improvvisi e tende a colpire principalmente gli anziani e gli ipermetropi. Può portare a un importante deterioramento visivo nel giro di pochi giorni.
Quali sono le cause del glaucoma?
L’occhio, per mantenersi tonico e sano, attiva al suo interno un ciclo costante di produzione e drenaggio dell’umor acqueo, il fluido presente al suo interno che ne mantiene la pressione e la forma. Quest’ultimo processo avviene attraverso una struttura chiamata trabecolato, situata nell’angolo irido-corneale.
Se il trabecolato non funziona correttamente, il fluido si accumula a monte, cioè nell’occhio, causando aumento della pressione oculare e, conseguentemente, il deterioramento del campo visivo. La sindrome costituita da aumento della pressione dell’occhio, danno al nervo ottico e restringimento progressivo del campo visivo prende il nome di glaucoma.
Tuttavia, il glaucoma può svilupparsi anche a causa di una ridotta irrorazione sanguigna del nervo ottico, o essere presente fin dalla nascita (glaucoma congenito).
Quali sono i sintomi del glaucoma?
L’aumento della pressione all’interno dell’occhio, uno dei principali indicatori del glaucoma, non è percepibile dal paziente fino a quando non iniziano a manifestarsi danni al nervo ottico. In questo caso, i primi segnali si manifestano con la perdita graduale della visione laterale, superiore e inferiore. Per questo, la riduzione progressiva del campo visivo non viene immediatamente percepita dal paziente, che potrebbe iniziare a urtare contro gli oggetti o avere difficoltà nella guida e nella lettura, senza tuttavia accorgersi che sta perdendo porzioni laterali di campo visivo.
Man mano che il glaucoma progredisce, i sintomi possono aggravarsi rapidamente, portando a una perdita della visione centrale. Nelle fasi avanzate, le opzioni terapeutiche diventano limitate ed è per questo che i controlli oculistici periodici preventivi sono molto importanti.
Infatti, anche quando il glaucoma viene curato con successo, i problemi al campo visivo non si risolvono e permangono per il resto della vita dell’individuo.
Come funziona la gonioscopia?
Durante la gonioscopia, l’oculista utilizza uno strumento chiamato gonioscopio, una lente speciale che viene posizionata sull’occhio del paziente dopo aver instillato un collirio anestetico; per ridurre ulteriormente il disagio, viene utilizzata una sostanza gelatinosa e trasparente, che permette lo scorrimento della lente sulla superficie dell’occhio. Il gonioscopio è dotato di uno specchio inclinato che permette allo specialista di visualizzare l’angolo irido-corneale su tutti i 360°, e quindi di determinare se è aperto, chiuso o stretto.
La gonioscopia è dolorosa o pericolosa?
La gonioscopia è un esame semplice e sicuro. I disturbi indotti da questa metodica sono minimi, e possono includere sintomi temporanei come lieve irritazione o arrossamento dell’occhio, e offuscamento visivo transitorio.
Si tratta di un esame veloce, della durata di un paio di minuti.
C’è una particolare preparazione prima della gonioscopia?
Nessuna, a parte il fatto che l’esame va eseguito avendo cura di togliere le lenti a contatto eventualmente indossate.
Il paziente viene invitato ad attendere 15-20 minuti in sala di attesa, una volta effettuato l’esame, in quanto l’annebbiamento visivo indotto dall’applicazione del gonioscopio si risolve generalmente in questo lasso di tempo. Poi è possibile rimettersi alla guida dell’auto per tornare a casa autonomamente.
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