L’ecografia rappresenta uno strumento diagnostico fondamentale nel campo della reumatologia, offrendo un supporto sia nella diagnosi iniziale che nella diagnostica differenziale delle malattie reumatologiche.
Oltre al ruolo diagnostico, l’ecografia è utile nella gestione dei trattamenti (ad esempio, è frequentemente utilizzata per guidare le infiltrazioni), e nel follow-up, aiutando lo specialista a monitorare l’evoluzione della malattia e l’efficacia delle terapie.
Ce ne parla la dottoressa Marta Caprioli, reumatologa presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Rozzano-Fiordaliso.
L’ecografia nella diagnosi differenziale
L’ecografia gioca un ruolo cruciale nella diagnosi differenziale, specialmente quando si tratta di distinguere tra patologie infiammatorie e degenerative, come l’artrite e l’artrosi.
Grazie a questa tecnica, il medico riesce a individuare segnali di infiammazione o di ripresa della malattia, permettendo un intervento tempestivo.
L’ecografia è una metodica non invasiva, facilmente riproducibile ed è utilizzabile anche in ambulatorio, a differenza di altre metodiche come la risonanza o la TAC.
Negli ultimi anni, l’ecografia è una prassi raccomandata anche nel percorso di diagnosi di patologie come l’artrite reumatoide.
Trattamento, follow-up e interventi: l’utilità dell’ecografia
Durante il trattamento, l’ecografia permette di valutare l’attività di malattia ed è particolarmente preziosa nell’ambito delle artropatie infiammatorie, come le artriti anche nelle loro fasi iniziali. Durante il trattamento, non è raro che la malattia sembri sotto controllo, eppure il paziente continui a riferire dolore. In questi casi, l’ecografia diventa essenziale per determinare se il dolore sia dovuto ad una riacutizzazione della malattia o se derivi da altre cause, come per una tendinite.
L’ecografia aiuta quindi non solo nella scelta della terapia da parte dello specialista ma anche in fase di follow-up di malattia, consente al medico di monitorare il paziente nel tempo. Infine, questa indagine offre anche un supporto nelle procedure interventistiche, guidando, ad esempio, alcune procedure invasive, come le infiltrazioni.
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