Le cheratosi attiniche (o meglio, solari), sono lesioni precancerose della pelle provocate dalle radiazioni ultraviolette del sole o delle lampade abbronzanti. Sebbene siano curabili, rappresentano un campanello d’allarme importante per alcuni tumori invasivi della cute, come il carcinoma squamocellulare, rendendo necessario rivolgersi allo specialista per una visita di controllo. Come possiamo riconoscerle e come si può intervenire per curarle?
Lo abbiamo chiesto al professor Riccardo Borroni, dermatologo presso gli ambulatori Humanitas Medical Care di Assago e Rozzano, docente di Humanitas University.
Come si manifestano le cheratosi attiniche?
Le cheratosi attiniche tendono a svilupparsi sulla pelle maggiormente esposta al sole, come viso, dorso delle mani, cuoio capelluto (in caso di calvizie) o labbro inferiore (cheilite attinica). Alla vista appaiono come piccole macchie eritematose (generalmente di colorito rosso, più raramente brune), quasi sempre ruvide al tatto, e che possono unirsi a formare chiazze di maggiore estensione.
In alcuni casi, possono provocare una sensazione di pizzicore, di bruciore o di prurito.
Chi è più a rischio di cheratosi attiniche?
I pazienti anziani che hanno svolto o svolgono attività lavorative o sportive alla luce del sole per un periodo piuttosto lungo, soprattutto se con la pelle chiara, i capelli rossi o biondi e gli occhi azzurri o verdi.
Anche le terapie immunosoppressive, come nei pazienti trapiantati e in quelli con malattie croniche immuno-mediate, possono favorire lo sviluppo delle cheratosi attiniche.
Perché è importante sottoporsi alla visita dermatologica?
Le cheratosi attiniche possono anche risolversi spontaneamente, ma più spesso persistono o tendono ad estendersi lentamente. Il tasso di trasformazione in carcinoma squamocellulare invasivo è basso, con meno di un carcinoma squamocellulare invasivo ogni 1000 cheratosi attiniche in un anno. Tuttavia, il 65% dei carcinomi squamocellulari invasivi insorge su una cheratosi attinica pre-esistente.
Poiché altri tumori maligni della pelle (melanoma, carcinoma basocellulare) sono causati, come le cheratosi attiniche, dall’esposizione prolungata alla luce del sole, i pazienti con cheratosi attiniche spesso ricordano di avere avuto un basalioma (il tumore in assoluto più frequente nell’uomo). È opportuno quindi che il paziente con cheratosi attiniche si sottoponga a controlli dermatologici regolari per la prevenzione del melanoma e dei tumori epidermici non-melanoma.
Come si curano le cheratosi attiniche?
Quando le lesioni cutanee sono poche o isolate, i trattamenti privilegiati sono rappresentati da crioterapia, curettage o diatermocoagulazione.
Quando, invece, il numero delle cheratosi attiniche è elevato, o quando le loro dimensioni interessano superfici di pelle più estese, vengono preferite terapie topiche, come il diclofenac topico, l’imiquimod, che attiva una reazione infiammatoria dove viene applicato, e il 5-fluorouracile o la tirbanibulina, che invece inibiscono la proliferazione delle cellule precancerose.
Anche la terapia fotodinamica può essere utile per il trattamento delle cheratosi attiniche (multiple o estese), poiché permette il trattamento di superfici anche ampie, attraverso l’attivazione con una luce visibile di un farmaco applicato sotto forma di crema.
Alcuni studi hanno dimostrato anche l’utilità dell’integrazione con nicotinamide (vitamina PP) orale nel rallentare sia la comparsa di nuove cheratosi attiniche sia la loro trasformazione in forme invasive di carcinoma squamocellulare.
Come si possono prevenire le cheratosi attiniche?
Per prevenire queste lesioni precancerose, è necessario utilizzare sempre una protezione solare adeguata (50 o più), occhiali da sole, abiti coprenti e cappelli ed evitare di esporsi ai raggi solari nelle ore centrali della giornata (11-16 circa), così come non effettuare trattamenti estetici di abbronzatura artificiale.
Infine, è anche importante osservare la propria pelle e consultare il dermatologo nel caso dovessero comparire piccoli arrossamenti (localizzati sulle parti del corpo esposte alla luce) ricoperti da una squama che tende a riformarsi dopo essersi staccata.
Fonte
Werner RN, Stockfleth E, Connolly SM et al; International League of Dermatological Societies; European Dermatology Forum. Evidence- and consensus-based (S3) Guidelines for the Treatment of Actinic Keratosis -International League of Dermatological Societies in cooperation with the European Dermatology Forum – Short version. J Eur Acad Dermatol Venereol 2015; 29: 2069-79.
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